L’altra faccia del vento: La review di Salernitana – Sassuolo

Editoriale

Gennaio 13, 2025

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Dice un celebre proverbio: “anno nuovo, vita nuova”, eppure stesso esito per la Salernitana, che non riesce più a vincere, e intacca nell’ennesima sconfitta stagionale. In virtù dei risultati del Cosenza e del Südtirol nelle rispettive gare, i granata ora sono ultimi in classifica. Un deja-vu angosciante, dato che l’ultimo posto è stato un mantra per l’intera stagione scorsa.

Tuttavia, agli occhi di tutti, la sconfitta contro la prima della classe (il Sassuolo di Fabio Grosso) ha un’amarezza diversa, paradossalmente più lieve, anche se tale sconfitta come anticipato consegni il 20° posto. Amarezza diversa, perché con l’arrivo del DS Valentini (dopo l’esonero alquanto ambiguo di un Petrachi, che pure si era prodigato soprattutto nel periodo estivo) e della leggenda Roberto Breda, qualcosa di nuovo si è visto.

In primis gli acquisti mirati e celeri, perché nel giro di una settimana sono arrivati ben cinque elementi, con un reparto offensivo totalmente cambiato (il nuovo arrivato Cerri va subito in gol, nel 1-2 per i neroverdi), un centrocampo centellinato (Girelli), ed un reparto difensivo con nuovi innesti (Lochoshvili e Corazza). Poi, un DS introverso ma carico, che chiede compattezza, serra i ranghi, un mister che prova a dare salernitanità al gruppo, e quel giusto mix di positività ed entusiasmo, per raggiungere una salvezza cruciale. Infine, una squadra difettosa, a volte distratta e ingenua, ma più viva ed energica.

Sconfitta sì, ma differente, un vento diverso, meno viziato, l’altra faccia del vento. Quest’ultima definizione è anche un film postumo di Orson Welles (che ha per essere precisi come titolo originale The other side of the wind), datato 1970, ma in realtà distribuito soltanto nel 2018, grazie alla dedizione del grande amico e collega Peter Bogdanovich, che insieme a Netflix ha ultimato l’opera.

La pellicola – per chi mastica la filmografia di Welles – rientra a pieno nella fase finale della sua carriera, dove l’autore si sofferma tematicamente e tecnicamente sul meta-cinema (il film nel film). Infatti, l’altra faccia del vento è la storia di un rude ed anziano regista di Hollywood, consumato dalla mole di lavoro e dalla vita sfrenata (oltre che dai paletti dei produttori), il quale decide di girare il suo ultimo lavoro prima di morire. Questo deve essere un film per forza di cose sfrontato e violento, libero da qualsiasi convenzione e reticenza. Deve essere un cinema sfacciato come non mai, un vero ritratto-congedo dall’arte, e dall’esistenza terrena.

Vuole sentirsi in parte come Jake Hannaford anche Roberto Breda, libero da qualsiasi pregiudizio positivo o negativo che sia, privo di qualsiasi rendita del passato, per giocarsi al meglio una sfida ardua per la sua squadra, ma anche per la sua immagine di personaggio legato ai salernitani. La fortuna aiuta gli audaci, si spera anche in questo caso.

Vuole essere libero però fronte mercato anche il DS Valentini, ed effettivamente al momento lo è, perché una Salernitana così attiva non si vedeva da tempo. Ecco il 2025 che inizia per i granata, che deve essere per forza di cose l’altra faccia del vento rispetto al 2024. In un Arechi contro il Sassuolo condizionato dal vento gelido di gennaio, mentre il capitolo “camera dei segreti” della società prosegue (vedi ultima vicenda mediatica inerente Gerardo Soglia), spiffera “another side”, che deve spazzare definitivamente via le nubi.

 

Miglior attore: Petar Stojanović

Villain: Paolo Ghiglione

Regia: Roberto Breda

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