A seguito dei comunicati stampa dell’organizzazione della fiera Più Libri Più Liberi, non si fa attendere la forte replica inviata da un gruppo nutrito di editori a PLPL, all’Aie e alla stampa:
“Non sarà un buon periodo per i tanti espositori che da oggi dovranno fare i conti con i mancati guadagni e i costi altissimi della Fiera della piccola e media editoria, Più Libri Più Liberi, svoltasi a Roma dal 4 all’8 dicembre 2024, e appena conclusa.
Gli organizzatori di PLPL si autoproclamano vincitori con elettrizzati comunicati stampa che mettono in evidenza proprio gli aspetti più preoccupanti di questa Fiera: “Affluenza straordinaria, tutto esaurito negli incontri culturali e vendite stabili per gli editori”, sintetizzando tutto ciò che ha danneggiato gli espositori:
– la straordinaria affluenza di studenti di ogni età che per ben 4 giorni si sono aggirati sorridenti e svagati per i corridoi, senza poter comprare quasi nulla, a parte la merenda. La colpa non è dei ragazzi che forse arrivano impreparati alla Fiera, senza sapere cosa fare né cosa aspettarsi, ma di sicuro i laboratori e le iniziative didattiche organizzati da PLPL possono essere raggruppati in meno giorni, rendendo la durata della Fiera più breve, con una notevole riduzione dei costi per gli editori presenti;
– tutto esaurito negli incontri culturali: i visitatori hanno pagato un biglietto di 13 euro, troppo caro per acquistare libri, troppo caro per portare la famiglia, ma adeguato a passare da un incontro a un altro con ospiti superstar, negli eventi che si susseguono in tutte le sale contemporaneamente, distogliendo l’attenzione dai titoli presenti e coinvolgendo di rado piccoli e medi editori;
– le vendite stabili per gli editori: una definizione pacatamente ambigua che non chiarisce neppure rispetto a cosa le vendite siano state stabili. Rispetto agli anni precedenti? Rispetto ai primi due giorni di Fiera in cui si è venduto pochissimo? Stabili rispetto alle loro aspettative?
– In qualunque attività imprenditoriale deve essere limpido il rapporto tra costi e guadagni. È un dato oggettivo che il costo minimo dello stand, non inferiore a 1.500 euro, è un costo altissimo, del tutto ingiustificato rispetto alle dimensioni dello stand, sproporzionato rispetto alle vendite di questa edizione, irrazionale rispetto a una Fiera che dovrebbe essere della piccola e media editoria e che invece da troppo tempo scimmiotta i costi delle fiere internazionali, dove gli introiti sono ben altri e non ci si accontenta di pochi spiccioli e una pacca sulla spalla.
La realtà è diversa da come PLPL l’ha raccontata ed è giusto che si dica ad alta voce. Quest’anno moltissimi espositori non sono riusciti neppure a ripagarsi le spese, ma non deve essere un problema soltanto per noi editori. Se in una Fiera rinomata come PLPL i visitatori non spendono più i loro soldi, non possiamo essere solo noi editori a rimetterci, a tormentarci su come e cosa fare per l’edizione del 2025.
La soluzione va trovata ragionando insieme, e va fatto urgentemente, perché senza editori non ci sono libri e non ci sono fiere.
Quest’anno, più che negli anni precedenti, è stato percepito in modo chiaro che gli editori – piccoli e medi sulla carta – a PLPL non sono tutti uguali, perché quelli “medi” tolgono visibilità e vendita ai piccoli, con posizioni immancabilmente troppo ampie, strategiche e privilegiate, che spesso hanno reso tutte le altre invisibili.
Noi 100 firmatari non siamo invisibili e non saremo gli unici a pagare il prezzo per com’è andata l’edizione 2024 di PLPL, che non può essere soltanto un trofeo da mostrare ai giornalisti: si è interrotto qualcosa tra la Fiera e i visitatori e non è una questione che possiamo risolvere noi editori.
Trovare una soluzione compete all’organizzazione.
Costo dello stand, costo del biglietto d’ingresso e numero dei giorni devono diminuire tenendo conto della reale portata di questa Fiera, affinché gli editori possano partecipare con dignità.
Chi ha guadagnato nell’edizione di PLPL 2024?
Non i piccoli editori, non i visitatori che sono andati via con pochi, pochissimi libri.”
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