Andrea Pinto di Zen Comics ci svela le sfide e i segreti di un mestiere spesso sottovalutato
L’Editor è una figura affascinante che, con il suo ruolo, incarna una responsabilità cruciale: è lo chef, è il primo a “degustare” le storie, guidando gli autori a tirare fuori il meglio da ogni lavoro. Spesso i giovani autori ignorano o sottovalutano questa figura, quindi a parlarcene è proprio Andrea Pinto, editor della Zen Comics, su cui grava, a volte, tutta la riuscita di un progetto.
Ciao Andrea, entrerò subito nel merito del suo lavoro: quali elementi sono decisivi per l’accettazione o il rifiuto di una proposta?
Buondì, non c’è una ricetta per esser accettati, ma già avere un team completo e un proposal conforme alla nostra casa editrice sono cose che aiutano.
Quali consigli dà ad un autore di proporsi a un editor o a una casa editrice? Esistono errori comuni che gli autori emergenti dovrebbero evitare?
La cosa più sbagliata è confondere il proposal con la propria storia, non è così: il proposal è un manuale di istruzioni, deve mostrare all’editor su cosa investire, è inutile nel soggetto scrivere cose come “e dopo numerosi colpi di scena scopriremo l’insospettabile assassino.” Devi dire quali sono i colpi di scena, il killer deve essere svelato.
Come si diventa editor in una casa editrice di fumetti?
Quali competenze e percorsi di formazione consiglia a chi desidera intraprendere questa carriera?
Personalmente il mio percorso è stato lungo e diciamo non convenzionale, sono arrivato a essere editor a quarant’anni, ma credo sia importante studiare le tecniche di narrazione, ma anche un’infarinatura di marketing non guasta. L’editor nel fumetto è una figura strana, molte case editrici ne fanno a meno, Lucca Comics non li ritiene degni di un pass, ma è quello che divide una autoproduzione da una vera casa editrice.
Quali sono le sfide principali che affronta un editor di fumetti? Esiste una parte particolarmente del lavoro che trova stimolante o impegnativa?
La collaborazione con gli autori è sia stimolante che frustante. Moltissimi dei miei migliori amici sono autori che li ho conosciuti lavorando con loro, ma ci sono stati anche persone insopportabili con cui ogni mail o telefonata era difficile.
Come lavorare insieme agli autori durante la fase di editing? C’è un metodo o un approccio preferito per comunicare le modifiche necessarie?
Personalmente cerco leggo più di una volta quel che mi viene sottoposto, poi sottopongo agli autori quel che per me sono le criticità e i miei suggerimenti, assieme poi cerchiamo come migliorare il tutto.
Qual è il processo attraverso cui sviluppare e supportare un nuovo autore? Esistono programmi o modalità specifiche di affiancamento?
Come editor cerco di essere un supporto, aiutare quando è possibile, poi, come ho detto, dipende dal feeling che si crea.
Quali sono i principali ostacoli e le opportunità per un editor oggi? Crede che il cambiamento nel consumo di fumetti (tra digitale e cartaceo) influisca sul tuo lavoro?
Per quanto riguarda l’editing, cambia veramente poco tra cartaceo e digitale, quello che cambia è il linguaggio, ma per chi cura il prodotto è come spostarsi da un volume unico a una serie regolare, l’obiettivo è sempre quello di rendere la storia accattivante.
Cosa consiglia a un giovane autore per approcciarsi in modo efficace a un editor o a una casa editrice? Qual è il segreto per creare una buona sintonia e lavorare insieme con successo?
Avere rispetto, non nel senso di dover “onorare” l’editor, ma ricordare che noi facciamo il nostro lavoro per cercare di migliorare il tutto, siate propensi ad accogliere delle critiche.
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