Propaganda

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Settembre 30, 2024

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1928. Viene pubblicato negli USA un libro dal titolo “Propaganda”, scritto da un giovane Edward Barnays, austriaco di nascita e nipote di un neurologo di nome Sigmund Freud. Libro a oggi ancora poco noto nonostante l’impatto enorme, nel bene e nel male, che ha avuto su tanta parte della società del XX e XXI secolo.

Combinando le idee di Gustave Le Bon, autore del capolavoro “Psicologia delle folle” (1895), e di Wilfred Trotter, studioso meno noto e autore di un testo particolare ma altrettanto importante sugli istinti gregari “Instincts of the herd in peace and war” (1916), con le teorie sulla psicologia elaborate dallo zio Freud, Bernays fu uno dei primi a commercializzare metodi per utilizzare la psicologia del subconscio al fine di manipolare l’opinione pubblica. Proprio a lui si devono alcune locuzioni oggi comunemente utilizzate, quali “mente collettiva” e “fabbrica del consenso”, ripresi e ampliati poi nei decenni successivi (per giungere fino a nostri giorni) da alcuni straordinari pensatori, primo fra tutti il grande Noam Chomsky.

Bernays diventerà uno dei maggiori consulenti delle strategie commerciali di grossi gruppi industriali (e.g. American Tobacco Company, Dodge, General Motors, compagnie energetiche, …) e politici.

Un testo ancora oggi, dopo quasi cento anni, più che attuale in quanto descrive benissimo i meccanismi alla base delle dinamiche che caratterizzano il nostro sistema.

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