Le possibili strade per affermarsi per un esordiente
Per affermarsi in poesia possono essere diverse le vie. Si può partecipare a dei concorsi letterari. Però molti concorsi hanno la quota d’iscrizione e se un autore ne vince uno, è costretto a recarsi in una città, talvolta lontana, con spese di viaggio, di cibo, di pernottamento annesse e connesse. Si può cercare di essere inseriti in antologie, ma anche qui ci sono delle spese perché di solito si è obbligati a comprare 3 o 4 copie della pubblicazione cartacea. Si può cercare di pubblicare un libro. Esiste in tal senso tutto un piccolo business dell’editoria a pagamento fiorente. Oh certo la cosa migliore sarebbe essere pubblicati da Einaudi, Feltrinelli o Mondadori! Però è molto difficile. Si contano sulle dita di una mano gli esordienti che ci riescono. Poi va fatto un discorso molto pratico d’ordine economico. Ci sono anche piccole e medie case editrici più selettive che non pubblicano a pagamento, ma guarda caso danno solo 3 copie omaggio di prassi agli autori. Se volete avere un minimo di attenzione e di riscontro dovete perciò almeno acquistare a proprie spese 50-100 copie del vostro libro per inviarlo gratuitamente (e naturalmente con spese di spedizione postale annesse e connesse) a critici, poeti affermati, recensori, giornalisti, professori. Insomma a conti fatti le spese sono le stesse che pubblicare a pagamento con la casa editrice che vi obbliga ad acquistare 50 o 100 copie. Per tastare il terreno si può fare un’autopubblicazione sulle piattaforme più conosciute, tipo Amazon, Youcanprint, Ilmiolibro, Streetlib, etc etc. Si può cercare di essere pubblicati su liblog, su riviste letterarie cartacee e online, sulle varie rubriche di poesia di periodici, di testate giornalistiche online. Si può cercare di avere consensi critici inviando le proprie poesie a critici, poeti affermati, recensori, cultori della materia e chiedere un parere, una piccola nota critica. Si può cercare un maestro affermato che affini la passione, il talento e faccia da mentore. Si possono declamare le proprie poesie in un canale Youtube apposito. Si possono pubblicare le poesie su Facebook. Si possono pubblicare le proprie poesie in un profilo Instagram. Si può aprire un blog o un sito personale con le nostre creazioni. Si possono cercare compositori che musichino i testi. Si possono cercare sodali con cui aprire un blog letterario o una rivista online. Inoltre un poeta che si voglia affermare deve partecipare a reading e poetry slam, a festival e riunioni. Anche per questa attività ci sono le spese di viaggio, di cibo, spesso di pernottamento annesse e connesse. Si possono contemporaneamente tentare tutte queste strade o provare solo quelle che sentiamo più consone, tenendo anche presente la disponibilità economica. Da questo punto di vista per tempo impiegato e soldi spesi difficilmente un poeta che si rispetti, cioè che si autopromuova decentemente fa pari: di solito ci rimette ogni anno economicamente. Questa cosa è certa: sono stati fatti questionari a molti poeti italiani a riguardo. Volenti o nolenti, un poeta per fare curriculum deve almeno pubblicare, anche se a pagamento, per ottenere un minimo di attenzione e di legittimazione culturale. È un passaggio obbligato. Insomma per essere poeti bisogna avere tempo, come scriveva Pasolini in “Al principe”, ma è necessario avere soldi o essere disposti a spenderli. Ma poi è davvero così importante affermarsi in poesia, come per dire al mondo che anche noi esistiamo? Non sarebbe meglio scrivere privatamente in silenzio e nell’anonimato? E se avessimo sbagliato tutto?
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