Light on
Una macchina autopoietica è una macchina organizzata come un sistema chiuso di processi di produzione di componenti e tali processi sono collegati tra loro in modo da produrre dei componenti che, a loro volta generano processi (relazioni) di produzione che li producono mediante le loro continue interazioni e trasformazioni e costituiscono la macchina come un’unità nello spazio fisico.
A volte non è semplice seguirli nel loro percorso mentale, ma dovremmo considerarlo un dovere (umano) perché ciò che si svela durante questo viaggio intellettuale è qualcosa di inaspettato e unico.
Affrontano il pregiudizio che si ha di fronte alla parola “macchine” e al concetto di assenza finalità.
“Si dice comunemente che il tratto più caratteristico dei sistemi viventi è quello di possedere un’organizzazione orientata verso una finalità, oppure, il che è equivalente, dotata di un progetto o piano interno che si riflette e concretizza nella struttura del sistema”. Teleologia e teleonomia non sono concetti necessari per capire l’organizzazione di ciò che è vivente, secondo i due studiosi. Se ci riflettiamo bene, è un concetto estremamente “scomodo e dirompente” per lo status quo e per tutto ciò a cui ci hanno educato negli anni.
Purtroppo, a molti ancora sconosciuti, questi due grandi pensatori hanno avuto il coraggio e la forza di esplorare luoghi nient’affatto comodi.
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