“L’uomo che si svegliò straniero”: un fantasy con tinte misteriose

Editoriale

Settembre 30, 2024

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Gabriele Marzi e il suo esordio fra memoria e destino

“Se potessi scegliere, preferirei ricordare ogni singolo dettaglio, per orribile che sia, piuttosto che lasciare indietro tutto questo. Dimenticare non è altro che perdere sé stessi.”

A Guadonord si risveglia un uomo che non ricorda più nulla di sé stesso. Né il suo passato, né il suo stesso nome. Sottratto a una condanna a morte immotivata voluta dal maresciallo Jelo, saranno il sacerdote Michar e sua figlia Yeleva a prendersi cura di lui. E in attesa che i ricordi ritornino, decide di farsi chiamare Arstad, “lo straniero”, secondo l’idioma del Nord. Un nome che appare quasi identificativo della sua sorte in quella parte dell’Impero. Ma la riconquista della memoria non è priva di piccole avventure e strani eventi intorno a lui: il suo aspetto singolare, la sua vicinanza al sacerdote e la sua voglia di non soccombere si scontreranno presto, infatti, contro la tirannia degli uomini e contro il volere di forze sovrannaturali che operano nell’ombra. E in un mondo dove Divini e Oscuri, le divinità che governano i mortali, si fronteggiano per aiutare o punire gli uomini, l’avventura di quest’uomo senza memoria ha inizio.

L’esordio di Gabriele Marzi con il suo “L’uomo che si svegliò straniero” ha il sapore di un fantasy insolito dalle tinte misteriose. L’avventura di Arstad si configura, infatti, come la ricerca della verità nascosta nelle pieghe della memoria perduta, mentre tutto intorno a lui si dispongono pedine controllate da una forza maggiore che opera seguendo un piano prestabilito. La ricerca del suo passato lo porterà a conoscere persone e luoghi che aggiungeranno, di volta in volta, un pezzettino al puzzle della sua storia personale, pagando spesso un prezzo molto alto per le scelte a cui sarà sottoposto.

Insieme ad Arstad, impegnato ad affrontare sé stesso e gli altri per capire chi è, il lettore impara a conoscere altri personaggi che acquisiscono man mano un ruolo importante nella storia. Come Hela e Acalea, due giovani novizie presso la Casa di Guarigione, che dovranno affrontare il mondo esterno per sopravvivere, dividendo il loro comune cammino e affrontare il destino che i Divini hanno predisposto per loro. O come la stessa Yeleva, membro delle Sorelle della Pietà, alle prese con chi sta spargendo il panico in un lontano villaggio dove i suoi abitanti sono vittime di un mostro pericoloso. Sarà in questa occasione che la donna incrocerà di nuovo il suo cammino con quello di Arstad, contribuendo a svelare qualcosa di nuovo del suo nebuloso passato.

Un romanzo a tratti corale, incalzante, che ci parla di una terra dove qualcosa, dopo anni di pace, sta per cambiare le sorti comuni. Non mancano i mostri, gli spetti e le leggende che popolano i racconti di un una terra il cui torpore sta per essere smosso da qualcosa di potente. L’autore ci offre il panorama di posti freddi, angusti, dove la magia è l’appendice di vite spesso semplici e normali. Arstad si muove fra queste pagine riflettendo sulla sua esistenza, torturato dal dolore di non ricordare nulla e dall’impellente necessità di scoprire cosa gli sia accaduto.

E mentre gli uomini si affanno a cercare sé stessi per non soccombere, su tutti loro vige l’occhio divino di un Fato che gioca a carte coperte: “Ci sono degli istanti nella vita di uomo, così importanti da determinare la sua intera esistenza: è proprio lì che rincontrerai le altre parti della tua anima, perché ogni anima, per quanto divisa, ha un destino; e il destino non fa sconti.”

Ma l’avventura è solo all’inizio: non ci resta che attendere dove il Destino porterò l’uomo che si svegliò straniero.

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