Intimo, ricercato: Fusco esplora la mente col suo ultimo gioiello

Editoriale

Settembre 30, 2024

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“The Last Night esplora dinamiche complesse attraverso un thriller ricco di colpi di scena”

Carlo Fusco, regista, produttore e sceneggiatore lucano, continua a distinguersi nel panorama del cinema indipendente italiano e internazionale. Dopo aver esordito con opere come “Prigioniero di un segreto” e “Vento di Sicilia”, ha consolidato la sua carriera con film come “The Slider” (2017), “Dirty Fears” (2020) e “L’Espulsore” (2023) . Fusco è noto per il suo approccio audace e la capacità di unire attori di calibro internazionale in produzioni che esplorano temi complessi e d’impatto.

Non è la prima volta che si cimenta nella creazione di una trama così intimista e drammatica. Ricordiamo Alcol e The Final Code, ad esempio. È più una questione di stile che meglio si confà alle sue caratteristiche da regista o più di messaggio che puntualmente sente l’esigenza di mandare allo spettatore?

Principalmente di stile. Non mi vedrei mai realizzare commedie dal carattere comico. Non che non l’abbia fatto in passato, ma sicuramente questo è il genere a me più confacente. Poi c’è anche la volontà di mandare messaggio sociale. Bisogna conoscere molto bene l’argomento, approfondirlo se ne si è a digiuno. Ho trattato, ad esempio, il tema dell’alcol in un mio lavoro passato e ho tentato di mostrare un tema molto delicato da un altro punto di vista. Troppo spesso si punta il dito contro qualcuno, ignorandone le difficoltà. La dipendenza dall’alcol è molto difficile da contrastare, forse più di altre, perché l’alcol è ovunque, è nei supermercati, è nei bar. La droga la devi cercare. Ecco, su questo, ad esempio, si riflette poco, motivo per cui con i miei lavori cerco di suggerire di andare oltre le apparenze.

Il tema della tensione che emerge in un ambiente sereno come la campagna è centrale nel film. Come hai lavorato sulla costruzione del contrasto tra pace e minaccia?

La campagna può essere un luogo un po’ traditore. Ci si va spesso per staccare la spina, ma può essere anche location per operazioni criminali, dipende dai punti di vista. Gioco molto sulla mente umana nei miei lavori. E questo è un film corale, dove ogni personaggio ha contribuito a mostrare un aspetto diverso della stessa situazione.

Il rapporto tra il marito e l’uomo misterioso sembra essere il fulcro del film. Come hai sviluppato la loro storia pregressa? Quanto di ciò viene rivelato allo spettatore?

I due sono collegati e il loro rapporto si svelerà poco alla volta fino a un colpo di scena.

La dinamica di coppia subisce un forte scossone durante il film. Come hai gestito la psicologia dei personaggi e il modo in cui reagiscono alle situazioni di crisi?

Si scopre il vero carattere di lui e quello di lei, quasi ribaltando i ruoli. Thomas ha gestito molto bene un’interpretazione che puntava all’introspezione più che alla fisicità ed è stato anche merito dell’attrice che lo ha agevolato in questo. Avere partner competenti sul set rende sicuramente il lavoro più semplice.

Cosa speri che il pubblico porti con sé dopo aver visto la pellicola?

È una visione un po’ cinica, un po’ disillusa della vita, ma credo che il messaggio sia che non bisogna mai fidarsi di nessuno. E che anche il tuo migliore amico può pugnalarti alle spalle.

Vuole raccontarci qualche aneddoto relativo ai giorni di set?

Ce ne sono un po’, ma vi racconto che durante una scena, l’attrice protagonista doveva subire un’aggressione da parte del villain del film. È capitato che l’attore abbia dato davvero una botta in testa ad Anjelica, che è andata a terra. Ci sono stati dei secondi di panico in cui abbiamo temuto il peggio, ma alla fine ce la siamo cavata con del ghiaccio in testa e una risata. Per fortuna la mazzata l’ha data Simone, perché fosse arrivata da Thomas, non eravamo qui a scherzarci!

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