Il caso “Megalopolis” di F.F. Coppola: hype, errori e caos mediatico

Editoriale

Settembre 30, 2024

Uno dei padri fondatori della New Hollywood torna alla regia con un’epica futuristica

Il 1927 è un anno cruciale per la storia del cinema, uno di quelli che quando vengono nominati in contesti accademici creano confronti accesi. Il cinema è in procinto di attraversare la prima evoluzione tecnologica: il sonoro. Un evento epocale, che cambia radicalmente il modo di produrre film, di distribuirli, di fruirli e lo stile di recitazione (da uno di esclusivo stampo teatrale, ad uno basato sulla formazione dell’acting cinematografico, che si razionalizza il decennio successivo grazie alla stesura del metodo Stanislavskij).

In contemporanea esce l’ultimo capolavoro del cinema muto (insieme a Luci della città di Charlie Chaplin), che porta la settima arte ad immaginare il mondo di domani, nello specifico quello di cento anni dopo. È il caso di Metropolis di Fritz Lang, che seguendo le teorie sociologiche dell’alienazione umana (v. i saggi tra gli altri di Georg Simmel e Walter Benjamin) raffigura una città futuristica, dove la differenza tra le classi sociali si è estremizzata, la civiltà è completamente spaccata in due, ed è caratterizzata dalle tecnologie: funivie volanti, macchine imponenti ed industrie che lavorano no-stop.

Coincidenza strana e intrigante, vuole che quasi cento anni dopo si arrivi da Metropolis a Megalopolis, quindi non solo a due film temporalmente distanti seppur semanticamente vicini, ma anche al passaggio da un termine caratteristico dell’urbanistica del ‘900, la metropoli, a quello più utilizzato nell’attualità, la megalopoli. Una sorta di trasferimento della mission, quella di ridefinire l’immaginario cinematografico della fantascienza, della distopia.megalopolis

La briga se la prende uno degli autori più importanti di sempre, uno dei fondatori e pilastri della New Hollywood, Francis Ford Coppola. In recenti dichiarazioni, il regista di Detroit ha specificato che Megalopolis è “una visione speranzosa”, presentando l’opera come una narrazione positivista, con buoni propositi per il futuro dell’umanità, a patto che la società contemporanea razionalizzi le crisi interne e capisca che c’è bisogno di nuovi orizzonti, di una visione differente per edificare un mondo alternativo.

Visionario è il protagonista della pellicola, prossima all’uscita nelle sale italiane e già disponibile nel resto del mondo, una sorta di moderno Cesare interpretato da Adam Driver, che ha appunto la visione ed il coraggio di provare a costruire ex novo un mondo, nello specifico una nuova Roma che sorge o meglio risorge dalle ceneri, però in un modo del tutto inedito, secondo una concezione che non la riporti attraverso un ricorso storico alla rovina.

Il collegamento a personaggi e terminologie dell’antichità non sono frutto dell’editoriale, bensì presenti all’interno della sceneggiatura di Megalopolis, la quale collega direttamente e indirettamente l’America di oggi con l’impero Romano, come se fossero due realtà vicine, nonostante siano di contesti temporali distanti. L’impero Romano è stata una civiltà importantissima nella storia dell’uomo, ha portato innovazioni militari, sociali, sullo stile di vita, sugli usi e costumi, che sono ancora in parte caratteristici della società odierna, soprattutto nei territori di stampo latino.

L’America, invece, o meglio gli Stati Uniti, è la nazione più influente, potente e di appeal della società modernista, in virtù della globalizzazione della lingua inglese, delle logiche di mercato delle proprie imprese e delle questioni geo-politiche. Tantissimi spunti, elementi e contenuti , che creano per forza di cose grande hype, per un film che potenzialmente può ridisegnare l’immaginario di un genere, che nell’ultimo triennio – a causa della crisi economica post-pandemica – ha avuto e sta avendo forti criticità.

Tanta attesa, ma anche molto caos e casi mediatici. In primis, come anticipato, Megalopolis ha avuto problemi di realizzazione. Coppola ha dovuto affrontare non poche irregolarità per produrre una pellicola che è nei suoi sogni fin da piccolo, questo perché è un periodo delicato per il cinema, le case di produzione sono reticenti ad affidare grosso budget per un progetto affascinante ma pericoloso, diretto da un autore anziano che ritorna alla regia dopo più di un decennio. Il risultato è stato che Coppola ha dovuto vendere delle attività di famiglia per coprire i costi ingenti, con la paranoia di non trovare una distribuzione che permettesse di rendere disponibile su scala mondiale il film, in modo da farlo quantomeno rientrare in termini di box office.

Poi, problemi nella post-produzione: Vari addetti ai lavori hanno abbandonato durante e dopo le riprese il progetto, per diatribe interne sui compensi e sui cachet. Nonostante ciò – come se non bastasse – due sono state le polemiche mediatiche che sono entrate a gamba tesa durante la promozione: Quella sul trailer, e quella sulle ipotetiche molestie.

La prima situazione ha dell’assurdo e ha mandato la Lionsgate in imbarazzo totale. Raramente il trailer del film, viene subito dopo cancellato dai promoters, poiché esso risulti del tutto inappropriato. A causa del trailer è nata una disputa tra il mondo giornalistico/critico e i produttori, dato che al lancio sono state immesse delle didascalie su presunte stroncature di film celebri di Coppola. La diatriba artisti – produttori – critici è storicamente ben nota, ma qui si è oltrepassati il limite. Svariati critici hanno attaccato la produzione per diffamazione, asserendo che mai avevano scritto quei giudizi negativi – menzionati in video – su opere come Il Padrino, Apocalypse Now e il Dracula di Bram Stoker. Tutto rientrato, ed il 9 settembre 2024 Megalopolis ha finalmente online il trailer rettificato.

megalopolis

Aubrey Plaza as Wow Platinum in Megalopolis. Photo Credit: Courtesy of Lionsgate

Il caso molestie è uno dei temi a Hollywood più chiacchierati degli Anni ‘2000. Attori, registi o produttori si sono visti stroncare carriere e finanze per via di denunce su abusi sessuali o per maltrattamenti su colleghi, che tal volte nei processi sono risultati veritieri e quindi condannati, in altre invece, sono risultati delle menzogne da cattiveria gratuita. In questo caso, Coppola è stato accusato di molestie sul set verso le comparse o verso membri femminili della troupe, anche per via di un fantomatico video, diventato virale. Ultimamente il caso sembra si sia attenuato, anche grazie alle dichiarazioni di addetti ai lavori, che hanno specificato che quelli erano soltanto normali atteggiamenti da regista per la composizione delle sequenze, oltre che indicazioni sulla recitazione in scena.

Due casi mediatici delicatissimi, che potevano addirittura condizionare l’uscita del film – conoscendo la tolleranza zero di Hollywood verso queste dinamiche, dopo decenni di scandali – ma per fortuna dell’autore, della produzione, oltre che del pubblico e degli amanti del cinema, non sono sfociati (al momento) in esiti nefasti.

Eppure, tutto ciò porta inevitabilmente degli strascichi, dei rumors, dei dubbi sulla creazione e sulla riuscita dell’opera, che si è formata in una via caratterizzata dagli errori, dall’ipocrisia, dalle tensioni e dalle problematiche pratico-finanziarie. Ci sono casi di pellicole nate sotto la negatività, che poi si sono rivelate dei veri e propri capolavori, o ancor di più hanno cambiato tecnicamente e narrativamente la storia stessa del cinema. Ai posteri l’ardua sentenza, quella di metabolizzare e valutare con criterio, senza farsi condizionare da fattori esterni e da un mondo social al quale non sfugge nemmeno il più trash dei pettegolezzi, la vera portata artistica e commerciale di Megalopolis.

Un film che in ogni caso è già storia, per quello che è successo e per quello che non è successo, per (forse) l’ultimo grido di un maestro della settima arte, per un potenziale nonché ulteriore rilancio della sala attraverso il cinema – esperienza, per una rinnovata sperimentazione su di un genere che non può volatilizzarsi, anzi deve essere un pilastro solido del post-immaginario.

Un nuovo inizio?

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