Inception: Lo speciale su Udinese – Salernitana

Editoriale

Settembre 26, 2024

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Udinese – Salernitana è una partita in questa fase storica particolare per i tifosi granata, perché riecheggia ricordi, paura, paranoia, gioia e sogni. L’Udinese è simbolo di frame importanti: il 20 aprile 2022 – durante la partita di recupero per via della precedente epidemia Covid in casa granata – il gol di Simone Verdi allo scadere riaccende le speranze di rimonta della Salernitana targata Nicola – Sabatini; poco più di due mesi dopo, la tragicomica sconfitta per 0-4 in casa contro i friulani regala ai granata la storica prima salvezza in massima serie; quasi un anno più tardi, la spumeggiante Salernitana di Paulo Sousa chiude la stagione contro i bianconeri con un 3-2, ufficializzando sei mesi di grande calcio.

L’Udinese nell’ultimo triennio è un totem per la Salernitana, ossia una variabile, o meglio un oggetto che collega ricordo e realtà, mondo reale e mondo onirico. In Inception (2010) di Christopher Nolan il totem è una sorta di trottola roteante, che assume aspetti diversi in base a se il personaggio stia nella realtà o nel sogno. Il totem è l’unico ponte tra i due mondi, permette di unirli, ma anche di far razionalizzare all’individuo dove egli si trovi in un preciso istante.

Si comprende l’importanza dell’oggetto, anche perché è presente fino all’ultimo fotogramma della pellicola, che volutamente confonde lo spettatore, coinvolgendolo nel viaggio affascinante eppur pericoloso all’interno degli strati del subconscio. Perché vivere nei sogni può sembrare appagante, ma può essere alienante per il rispettivo Io. Finge di non saperlo Dom, il personaggio interpretato da Leonardo Di Caprio, perché il totem lo riavvicina all’unica cosa alla quale tiene: la donna amata.

In una semplice partita di Coppa Italia (che comunque varrebbe una serata a San Siro contro l’Inter) il totem Udinese smuove la Salernitana tra memoria, sogno e presente. La memoria è quella caratterizzata dalle citate partite iconiche, rappresentanti passaggi cruciali della Salernitana formato serie A nell’era di Danilo Iervolino. Il sogno è quel fascino sottile ma potente di ritornare al più presto a calcare quegli stadi in campionato, per rivivere tante belle serate come quella del 20 aprile 2022. La realtà è decisamente più preoccupante, o comunque non entusiasmante.

La Salernitana perde 3-1, il che non è un dato sorprendente per una compagine di serie B contro una di A, d’altronde la sconfitta arriva enfatizzando gli errori e le lacune di questa prima parte di stagione. La difesa è un film drama a tinte horror, pecca ancora di gravissimi errori individuali, di impostazione e di marcature. Il centrocampo fa quel che può, manca alle volte di velocità e di fisicità. L’attacco risulta sempre la nota più lieta, sembra cosi in forma che anche uno da sempre criticato come Simy risulta essere sul pezzo.

Il mister e il gruppo-squadra parlano di progressi, di team solido, di gioco propositivo, eppure sottolineano anche la condizione fisica di alcuni giocatori, gli automatismi tecnico-tattici ancora da assimilare, per volere di un tecnico che allena in serie cadetta, ma crede profondamente in un gioco europeo per fare bene. È la partita che nel mezzo della settimana aumenta dubbi e preoccupazioni sui punti deboli dei granata da parte di tifosi e opinione pubblica, eppure bisogna continuare a dare fiducia e tempo, ricordandosi però che il tempo nel calcio moderno poche volte è alleato, mentre in molte è antagonista.

Sentimenti contrastanti e decisi affiorano guardando la partita: apatia e nostalgia. Apatia o presunta tale, perché la competizione soprattutto per le compagini minori non ha lo stesso appeal ed entusiasmo come in paesi esteri (nati sotto la cultura della coppa nazionale), oltre che per l’andamento del match, che porta la Salernitana ad una prevedibile sconfitta (anche se Torregrossa avrebbe potuto regalare ultimi minuti di fuoco, ritorna Sliding Doors). Nostalgia perché è come se in quel campo, contro quell’avversario, Salernitana e serie A fossero ancora insieme, così come Dom sta con Mal, in un sogno così bello da risultare immersivo. E come si accetta di tornare alla realtà?

Lo si fa per forza di cose, perché rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere alla lunga è distruttivo. La Salernitana lo farà già da domenica prossima, tornando in serie B, all’Arechi contro il Catanzaro. Perché soltanto attraverso la serie cadetta il Totem può roteare, solo percorrendo questo campionato si può ricomparire lì dove si stava bene. “Torna alla realtà Dom, ti prego.”

Miglior attore: Nwankwo Simy

Villain: Tijs Velthuis

Regia: Ernesto Torregrossa

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