Carlo Giuseppe Trematerra: l’arte di raccontare storie tra palco e set

Editoriale

Agosto 30, 2024

Categorie

Dalle radici nel teatro napoletano al grande schermo

Carlo Giuseppe Trematerra, nato a Napoli nel 1987, è un artista poliedrico che ha saputo coltivare la passione innata per il teatro e il cinema sin dalla tenera età. Cresciuto nell’ammirazione dei grandi maestri napoletani, ha costruito una carriera che spazia dalla recitazione alla regia, passando per la sceneggiatura e la produzione. In questa intervista, Trematerra ci racconta il suo percorso, dalle prime esperienze sul palcoscenico fino alla realizzazione del suo primo lungometraggio Il Caso Salice, condividendo con noi le sfide e le soddisfazioni che hanno segnato il suo cammino artistico.

Il suo amore per il teatro e il cinema è evidente fin dalla sua infanzia. Cosa l’ha ispirata inizialmente a intraprendere questa carriera artistica, e come ha influenzato il suo percorso la figura di grandi artisti napoletani come Totò e Troisi?

Toto’, Trosi, Eduardo e Peppino, per citarne solo alcuni, possiamo dire che sono stati un po’ di casa, essendo che erano sempre in tv. Infatti fin dalla tenera età non sono mai stato un appassionato di cartoni animati, ma bensì di film. Mi affascinava vederli, erano più vicini alla realtà, era un qualcosa che potevo imitare e riprodurre e poi erano, anzi sono ancora oggi, personaggi contemporanei con un linguaggio semplice e molto vicino alla quotidianità delle persone. Il teatro è stato un po’ una strada parallela per me, spesso è il primo amore di un attore, ma non per me. Ho sempre pensato che il cinema mi emozionasse molto di più ed è quello che avrei voluto fare. Mi affascinava tutto quello che c’era dietro un film, come si potesse realizzare quello che vedevo sullo schermo, risultando così “falso-vero”. Nel teatro sai che tutto quello che vedi é finto, le scenografie, gli attori che recitano seguendo delle posizioni e uno schema e anche al cinema è così, ma non lo noti, ti sembra tutto così realmente magico. Un altro punto fondamentale, che mi porta ad amare il cinema, è avere mio zio, Salvatore Salzano, come costumista, e che portando a casa le sceneggiature originali di film importantissimi che erano in lavorazione, mi faceva inconsciamente annusare l’odore del vero cinema internazionale.

Ha avuto un lungo percorso di crescita artistica che l’ha vista impegnata in teatro, cortometraggi e fiction televisive. Qual è stata l’esperienza più significativa o formativa per lei, e perché?

Il teatro è stato quello che mi ha formato di più, 18 anni sulle tavole con più di 3000 presenze tra rappresentazioni e repliche, e questo lo devo soprattutto ai miei grandi maestri Giuseppe Gifuni e Agostino Chiummariello. Con il teatro posso dire che ho fatto di tutto, dalle scene, alla recitazione, alla direzione scenica e molto altro. Questo ti forma tanto, ti forma a essere pronto a tutti gli imprevisti, a risolvere il problema in modo veloce ed efficace. Poi ho avuto la fortuna si essere sui set di cinema e televisione dove ho appreso tanto. Non ho un’esperienza in particolare da ricordare, per me sono tutte importanti allo stesso modo e ognuna mi ha dato qualcosa di speciale.

Nel 2014 ha vinto il primo premio al FESTIVAL CINEMA TALENT. Come ha influenzato questo riconoscimento la sua carriera e quali nuove opportunità le ha aperto?

Mah! Ti dirò: vincere premi è bello, ma l’emozione dura poco e molto spesso anche il rumore che c’è intorno al premio o all’evento. Personalmente, nessun premio o riconoscimento mi ha dato, per ora, un qualcosa che mi permettesse di aprirmi a qualche opportunità, forse sono io che ci credo poco, ma tutto quello che sono riuscito a fare lo devo alle mie forze e a quelle di tutte le persone che collaborano con me.

Ha lavorato come attore, regista, sceneggiatore, produttore e in molti altri ruoli dietro le quinte. Quale di queste esperienze le ha permesso di esprimere meglio la sua visione artistica?

La regia è quello che preferisco, dare vita a quello che c’è scritto sulla sceneggiatura. Mi sono occupato personalmente anche del suono e del montaggio dei miei lavori e questa è uno po’ la parte creativa che mi diverte, perché li si da vita a tutto quello che prima non esisteva. Amo mettere insieme le clip per creare un’emozione e amo dare suono a quell’emozione, un suono che molto spesso ricostruisco per rendere tutto più adatto a quella scena.

Il suo lungometraggio Il Caso Salice ha segnato una svolta nella sua carriera. Può raccontarci come è nata l’idea per questo film e quali sfide ha affrontato durante la sua realizzazione?

Il caso Salice ha segnato una svolta molto importante, questo lo devo a due grandi amici che hanno creduto in me, Antonio Bilangia e Antonio Scardigno, autore della sceneggiatura che era in cerca di uno scapestrato pronto a organizzare questa avventura. Era novembre 2015 quando lessi la sceneggiatura e dopo qualche appunto decidemmo di iniziare, non sapevo in che direzione stessimo andando, ma andavano. Le sfide e le difficoltà furono molteplici, soprattutto quando tutto il cast si offrì di partecipare totalmente gratis e quindi i tempi si allungavano di molto poiché c’era da organizzare la disponibilità di tutti. Proprio per queste difficoltà, decidemmo di usare tecniche miste, ovvero ricreare una sola location unendo più location. La troupe tecnica del film era formata da 4 persone. Ma tutti i partecipanti furono più di una sessantina. É stata un avventura incredibile. Dopo anni di lavoro finalmente era fine 2019 e dovevamo uscire al cinema, ma il Covid ci ha bloccato. Tra tanti problemi, usciamo all’estero su PrimeVideo nel giugno 2020. Alla fine, tra tante avventure, il film ormai è distribuito in 190 paesi e da TrematerraMovie su tantissime piattaforme streaming totalmente gratuito, proprio grazie a queste che il nostro lavoro non è rimasto chiuso in un cassetto.

Navigazione EditorialeBeetlejuice, Beetlejuice: sequel in perfetto stile Tim Burton >>

Autore

Questa voce fa parte 1 di 66 nell'editoriale Il Novelliere 15

0 commenti

Invia un commento

Scopri di più da Il Novelliere

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading