Scala Mercalli: il rock patriottico che fa tremare la terra

Editoriale

Agosto 5, 2024

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A trent’anni dal loro esordio i marchigiani del metal si raccontano

Iniziano nel ‘92 a Fermo, nelle Marche e si impongono da subito nella scena Metal. Primo esempio in Italia di rock band risorgimentalista, gli Scala Mercalli uniscono storia dell’Italia risorgimentale e sound britannico, creando una musica di valore e ispirata, un fervore artistico illuminato e di pregio. La loro musica riflette sonorità nuove, potenti, pulite, decise. Il loro stile è unico, anche nel gimmick: non solo la loro musica, ma anche la loro presenza scenica vuol essere un omaggio al passato, con uniformi militari dei reparti italiani della seconda metà dell’Ottocento. Tuttavia, il loro intento non è di celebrare la guerra, ma di ricordare i valori di libertà e unità che hanno caratterizzato il Risorgimento italiano.

In trent’anni di carriera la band può vantare una discografia corposa: nel 1996 il primo demo tape, “Hellbringer”, nel 1999 è la volta del secondo, “Gargoyles”. Nel 2003 esce “My Deamons”, CD promozionale grazie al quale gli Scala Mercalli stipulano un contratto con la AB Records e nel 2005 pubblicano “12th level”. Nel 2009 il secondo CD, “Border Wild” per la Hearts of Steel Records. Nel 2015, pubblicano “New Rebirth” e il 2019 li vede protagonisti con “Independence”. Sono band di supporto per Tarja, Wasp, Saxon, Metal Church, Lacuna Coil, Blaze, Extrema e molti altri. E’ di quest’anno, invece, il documentario che ripercorre l’intera storia della band, trent’anni di successi e di affermazione nel panorama rock metal italiano. Dopo alcuni cambi di formazione trovano la loro stabilità nel 2019 con un line up composto dalla possente e intensa voce del frontman, Christian Bartolacci, dalle chitarre di Federico Gianantoni e Michael Rossi, da Roberto Guglielmi al basso e dal batterista, Sergio Ciccoli, che abbiamo intervistato.

Heavy metal risorgimentale. Qual è la vostra storia? Può raccontarcela, magari iniziando dal nome della band?

Il nome della band lo abbiamo scelto nel 1992. Abbiamo scelto un nome italiano perché soprattutto a quei tempi il rock metal era quasi tutto in inglese e Scala Mercalli ci suonava abbastanza forte, visto che misura l’intensità dei danni che fa il terremoto. Per quanto riguarda la nostra storia, non è facile riassumerla in poco tempo. Gli anni ’90 sono stati i più difficili perché la discografia rock in Italia era quasi assente, le case discografiche erano pochissime e le band facevano molta fatica ad emergere. Gli studi di registrazione costavano tantissimo, infatti in quegli anni abbiamo realizzato soltanto due demo tape al costo di un album di oggi. Però questi due demo tape,”Hellbringer” e “Gargoyle”, sono andati molto bene e ci hanno portato per due volte, ad un pelo dal contratto discografico, cosa che poi abbiamo ottenuto nel 2005 con “12th level”, nostro primo album. La passione per la storia c’è sempre stata, ma è nel 2015 che si è concretizzata, con l’uscita del nostro terzo album, “New Rebirth”, che parla proprio del Risorgimento e del periodo unitario.

Scala Mercalli si ispira alla New Wave of British Heavy Metal, al classic metal e al power rock. Come nasce l’idea di unire questo genere alle imprese memorabili dell’Italia Risorgimentale?

Io sono un fan dell’heavy metal classico, ho sempre ascoltato band come i Saxon, gli Iron Maiden e tante altre band che raccontavano la loro storia . Per esempio, i Saxon hanno fatto molte canzoni su Riccardo Cuor di Leone e la storia dell’Inghilterra, così come gli Iron Maiden sulla Royal Air Force e sulla Battaglia di Crimea con The Trooper. Abbiamo, quindi, voluto prendere spunto e raccontare anche la nostra storia, così ricca di episodi interessanti. Nell’anniversario dell’uscita del singolo di The Trooper noi pubblichiamo sempre, dicendo che in quella battaglia i 300 cavalieri inglesi, che si sono immolati contro l’artiglieria russa, hanno fatto un gesto eroico, ma c’erano anche i Bersaglieri del Regno Sabaudo, elogiati per il loro eroico combattimento. È importante raccontare queste storie perché fanno risvegliare l’orgoglio per la nostra Patria.

In Italia non sono molte la band davvero originali nel Metal. Molti, infatti, si limitano a copiare mostri sacri come gli Iron Maiden e Black Sabbath. Molti altri si affidano solo alla tecnica, scarificando però l’espressività e cadendo nella monotonia. Come riuscite a restare non convenzionali e sempre originali?

Originali perché non seguiamo la moda. Seguiamo le nostre passioni. Per noi la musica non è avere successo per forza. Quello che pregiudica l’andamento delle band è il fatto di avere come obiettivo il successo a tutti i costi, invece secondo noi il rock, il metal è nato come genere controcorrente che combatte contro questo sistema che cerca di omologarci tutti. Il rock è stato sempre un genere musicale che combatteva questo sistema e noi continuiamo a mantenere questa linea, cerchiamo di divulgare quello che secondo noi è giusto, indipendentemente dalle mode che ci sono in giro, quindi, successo o non successo, noi facciamo quello che riteniamo più opportuno.

Per evitare di diventare una sorta di cover band di se stessi, gli Iron Maiden decidono di ampliare il proprio sound e così nasce il motto “Guardare avanti con decisione da qualche parte nel tempo”. Qual è il vostro motto, la vostra spinta propulsiva per restare fedeli a voi stessi e, al tempo stesso, per spingervi oltre?

Live Cremona Luglio 2023-Luppolo in Rock- Supporto SAXON

Live Cremona Luglio 2023-Luppolo in Rock- Supporto SAXON

Il nostro motto è la nostra voglia di migliorare sempre. Non si sta mai fermi a raccontarsi le solite cose, cerchiamo, invece, di evolvere e studiare, cerchiamo di perfezionarci e far sì che il nostro messaggio arrivi a più persone possibili nella maniera più precisa possibile. Quindi, se vogliamo scegliere un motto, potrei dire “Evolvere e migliorare continuamente”.

In un mondo in cui l’attenzione del pubblico si è focalizzata maggiormente su rap, hip hop, trap, secondo lei quale può essere il ruolo della musica rock metal oggi, o per le generazioni di ascoltatori del futuro?

Secondo noi è proprio l’ancora di salvezza per avere un’opportunità in più e ragionare un po’ di più con la propria testa. I generi che ha nominato, nella maggior parte dei casi, sono generi che danno un messaggio molto superficiale, molto semplice e molto immediato perché la società purtroppo è così, è veloce, semplice e immediata, i contenuti devono essere brevi, facilmente reperibili perché i ragazzi non hanno voglia di stare lì a imparare e a studiare come un tempo. Il rock, il metal è proprio l’ancora di salvezza perché è un genere a cui non ti approcci per caso, devi studiare lo strumento, devi impegnarti . Il metal ha molto da insegnare perché rimane un genere che denuncia quello che non va bene nella società, nei governi e sottolinea tutte le situazioni più particolari e negative che, magari, i media e gli altri generi non trattano.

Nuovi progetti?

Stiamo concludendo adesso l’album, che si intitolerà “Confini 1915/18” e tratta della fine del Risorgimento, perché i nostri confini sono stati delineati effettivamente con la conclusione della prima Guerra Mondiale. Abbiamo fatto uscire l’estate scorsa il primo singolo, “Francesco Baracca”, il videoclip “Ace of the Aces”, girato sui luoghi dov’è caduto Baracca nell’ultima battaglia. Un altro singolo, invece, è uscito al di fuori del discorso storico e si chiama “Write your destiny”, scrivere il proprio destino con l’aiuto della musica e lo abbiamo dedicato ai giovani che provano ad esprimersi attraverso di essa . L’ultimo singolo è uscito adesso, il 10 giugno, per l’anniversario della festa della Marina, che coincide con l’imprese di Premuda, perché il singolo si chiama proprio “L’impresa di Premuda” e parla degli eroi che hanno compiuto questa grandissima impresa navale, salvando la costa Adriatica dalla flotta austriaca. Per questo abbiamo anche avuto dei complimenti importanti dai vertici della Marina, che ci hanno fatto davvero molto piacere.

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