Mauro Maurizio Palumbo, un astro nascente dell’arte italiana

Editoriale

Agosto 5, 2024

Categorie

Cerco sinergia tra la solennità monumentale del bene ed effimerità dell’azione performativa

Artista, docente e performer con esperienza pluriennale nel settore della Didattica dell’arte e delle metodologie sperimentali applicate ad attività di apprendimento teorico-pratiche, affiancata a una solida formazione in ambito artistico e pedagogico.

Questo e molto altro è Mauro Maurizio Palumbo in cui scorre il Fuoco Sacro dell’Arte nelle vene. Le sue azioni performative riguardano lo studio del corpo e la comunicazione non verbale, e vengono create site specific per i luoghi che le ospitano. Non è un caso la sua collaborazione con il Ministero della Cultura e la Direzione Generale Musei per la valorizzazione dei beni culturali attraverso le arti visive e performative. Un valore aggiunto, dunque, alle opere d’arte esposte, ai luoghi che gli fanno da cornice.

Dallo studio del disegno alle arti performative: qual è stata l’evoluzione della sua arte?

Quando si parla di evoluzione, si parla sempre di crescita e di ricerca. Sono nato pittore, sperimentando i vari linguaggi e le varie tecniche pittoriche. Poi, c’è stato un momento preciso della mia vita artistica in cui ho deciso di sperimentare e andare oltre la tela. È stata una sorta di esigenza fisiologica e dalla consapevolezza dell’azione pittorica, del gesto segnico, sono passato a scoprire il linguaggio del corpo. Dapprima mistificandolo con la pittura, poi, ricercandolo con la purezza della comunicazione non verbale.

In che modo è possibile valorizzare i beni museali attraverso la performance art?

Mi verrebbe da dire che tutto è possibile se alla base ci sono uno studio e una ricerca che tengono conto del dato scientifico e di quello esperienziale. I beni culturali sono segni e simboli di civiltà, testimonianze di un passato che si racconta attraverso la materialità e l’immaterialità del Patrimonio di una nazione, di un Paese. Sono gli elementi caratterizzanti della storia culturale e, pertanto, oltre a garantire la loro conservazione, tutela e salvaguardia, è necessario anche praticarne la valorizzazione. E valorizzarli attraverso la performance art non è un compito facile. Bisogna creare una sinergia tra la solennità monumentale del bene e la condizione effimera dell’azione performativa. Una connessione tra quello che è eterno e quello che è l’istante, l’Hic et nunc. E, se tutto questo avviene in un museo, si corre il rischio di vivere una magia.

Come si approccia a un nuovo lavoro? Qual è il processo creativo che la smuove e come cerca di combinarlo col sito che la ospita?

Dovrei svelare un segreto! In realtà l’approccio, o meglio, gli approcci nascono in maniera naturale. È difficile spiegarlo in poche battute. È come in una relazione di amorosi sensi. Si inizia ancor prima di sapere di aver iniziato. I miei processi creativi nascono dall’idea del luogo. È il luogo che dà vita al progetto, infatti i miei lavori sono tutti site-specific. I luoghi hanno storie da raccontare e la performance le può narrare.

- NAPOLI 20 LUG 2023 - Volti di Napoli, Maurizio Mauro Palumbo, regista teatrale

– NAPOLI 20 LUG 2023 – Volti di Napoli, Maurizio Mauro Palumbo, regista teatrale

Spesso si avvale della collaborazione di altri professionisti: come si integra il lavoro di altri artisti con la sua forma d’arte?

Diventa un lavoro di squadra. Un laboratorio di confronto continuo, si crea un ambiente condiviso. Si mettono i pezzi in sequenza seguendo una drammaturgia flessibile, ma stabile. Si integra il tutto con l’intuizione del momento e le suggestioni emotive che ne scaturiscono. Dal canto alla danza, dalla prosa alla musica e tutto passa attraverso lo strumento corpo.

Quanto dona la docenza al suo essere artista e quanto pensa di riuscire ad offrire ai suoi studenti in veste di docente?

Bella domanda. Docente ed artista hanno in comune la responsabilità del “trasferimento dati”. Che sia una lezione o una performance, in me è forte il senso di responsabilità di trasferire informazioni, saperi, dati scientifici, esperienze, emozioni, passioni e tutto ciò che fa parte del mio essere. Oggi insegnare non è semplice è come, d’altronde, fare l’artista. Poi, chi come me insegna nell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica, ha il grande privilegio di guidare ed allenare giovani talenti che scelgono le vie della bellezza e quindi la responsabilità si moltiplica. Ho ricevuto tanto, sia per quanto riguarda la mia formazione, sia dai rapporti umani e lavorativi, e vorrei offrire a mia volta quanto ho ricevuto.

Considerando la sua ultima performance: che lavoro ha portato a Narni Città Teatro?

Quest’anno il tema del Festival è stato quello dei “sogni sospesi” e quando mi fu proposto dalla direzione artistica di partecipare, subito pensai a come mettere in scena le realtà di un sogno e la sorpresa di viverlo con il rischio di ritrovarsi anche in un incubo. La performance itinerante dal titolo “sogni sorpresi”, ha preso vita davanti al Teatro Manini di Narni e si è poi sviluppata negli spazi museali di Palazzo Eroli. L’azione, caratterizzata dalla possibilità di far qualcosa di impossibile nella vita reale, aveva l’obiettivo di riuscire a far volare una barca.

Se uno scrittore teme sempre il famoso blocco, qual è la chimera per un performance artist?

Se si pensa al blocco come una pausa, credo che la chimera per me sia proprio la pausa intesa come “perdita di tempo”. Sì, proprio questo. Il rapporto con il tempo, questo temo. Che potrebbe risultare paradossale per uno che lavora sull’effimero.

Napoli sarà di nuovo culla di un suo prossimo lavoro, qualcosa che si può considerare davvero unico: può svelarci qualcosa?

Ebbene sì, qualcosa di unico a Napoli, a novembre. Ma è ancora tutto top secret. Non posso svelare nulla.

Navigazione EditorialeEstate da brividi con il reggaeton vichingo >>Giovanni Del Monte: un marziano a Roma >>

Autore

Questa voce fa parte 1 di 80 nell'editoriale Il Novelliere 14

0 commenti

Invia un commento

Scopri di più da Il Novelliere

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading