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Il 27 luglio il sito Via Appia. Regina varium è divenuto Patrimonio Mondiale UNESCO, nel corso della quarantaseiesima sessione del comitato del Patrimonio Mondiale che si tiene ora a New Delhi.
Con questa iscrizione, l’Italia raggiunge i sessanta siti UNESCO. Il sito non include solo il tracciato stradale, ma anche diversi manufatti che erano funzionali alla viabilità della via o legati a essa. I vari manufatti sono riferibili al IV D. C. coerenti alla fase storica del sito.
Realizzata inizialmente da Appio Claudio nel 312 a.c per collegare Roma a Capua, per fini militari, fu successivamente estesa fino a Brindisi. La via Appia diviene subito una grande strada di commerciale e di trasmissioni culturali.
Inizialmente, era concepita come via publica e percorribile gratuitamente, essendo costruita su terreni espropriati allo scopo dallo Stato romano.
Come patrimonio mondiale UNESCO rientra pure la variante al tracciato originale, costruita da Traiano nel 109 D. C.
Si tratta della testimonianza di una cultura e civiltà d modello di viabilità dell’epoca, che contribuì a diffondere l’unificazione culturale e l’urbanizzazione, oltre a essere costruita con tecniche ingegneristiche innovative.
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