Ai confini del mondo si possono trovare delle specialità estremamente piacevoli
Il Sudafrica è uno dei Paesi più importanti del continente africano. Terzo per sviluppo economico, prospero di meandri selvaggi, ricco di storia e a oggi costituisce uno di quei luoghi da esplorare intimamente. Soprattutto sotto l’aspetto artistico.
Perché lì, dove c’era un retrogrado governo coloniale e un terrificante regime di apartheid, durato sino al 1991, oggi c’è una repubblica indipendente.
Una Nazione che mostra qualcosa di diverso, di magico, di impensabile sino a cent’anni fa.
Prendiamo in esame, peculiarmente, la Provincia del Gauteng. Questa porzione dello Stato, composta principalmente dalle frazioni delle città di Pretoria e Johannesburg, fulcro regionale delle famigerate guerre anglo-boere (durate dal 1880 al 1902), adesso è fortemente improntata sulla produzione teatrale.
È proprio in questo posto che, nel corso dei decenni, oltre ai monumenti dedicati ai caduti dei conflitti tra inglesi e boeri, sono stati edificati dei palcoscenici stupendi.
Il Joburg Theatre, il Nelson Mandela Theatre, il The Alexander Theatre, il Victory Theatre, il Lyric Theatre, l’Opera Theatre, il Musaion Theater, il The South African State Theatre, l’AfriForum Teater e l’Atterbury Theatre sono soltanto alcuni dei teatri operistici, dei forum d’acustica e delle sale concertistiche disseminati/e nella ramificatissima provincia.
Ma non solo.
Esiste un’altra realtà espressiva, prettamente dedicata all’infanzia e all’adolescenza, meritevole d’esser raccontata.
Una realtà concepita nel 1990. Dalle ceneri di un’organizzazione senza scopo di lucro, la Johannesburg Youth Theatre Trust, creata con l’intento di dar vita a un’accademia d’arte tradizionale dedita alla formazione della popolazione giovanile nel Gauteng, nacque la fondazione National Children’s Theatre Trust. Essa raccolse l’eredità didattico-artistica della precedente organizzazione e fu guidata dalla pioniera sudafricana del “teatro tradizionale educativo”, Joyce Levinsohn.
Il nuovo ente teatrale, in pochissimi decenni, raccolse consensi e successi, diventando una delle realtà più blasonate dell’intero Sudafrica.
E, fino al 2019, quella che registrava un’affluenza di almeno centomila spettatori annui.
La fondazione porta in scena le proprie attività in due sale coperte e una scoperta. Espone musical per bambini e riadattamenti di spettacoli classici/contemporanei, in particolare. Dispone, inoltre, di aree didattiche e di un’aula sinfonica per lo svolgimento dei relativi workshop, oltre a una sala prettamente riservata all’insegnamento dell’arte della “marionetta”.
Ma la vera forza dell’ente è il fine educativo, assistenziale, scolastico.
La fondazione si assume, infatti, anche l’onere della prima alfabetizzazione dei/delle partecipanti: chi insegna per conto dell’ente non si occupa, semplicemente, della mera formazione artistica ma, oltre a ciò, della formazione pedagogica dell’individuo.
Non a caso, nel campus di oltre quattro acri, sito a Parktown e gestito dal National Children’s Theatre i bambini, le bambine, gli adolescenti e le adolescenti, divisi per età e percorso attitudinale (provenienti, in particolare, dalle zone più rurali del Sudafrica) riescono a studiare approfonditamente aggregando, al programma scolastico istituzionale, quello fornito dal teatro e riuscendo, così facendo, a ottenere una specializzazione pressoché totale.
Proprio grazie al suo operato, questa fantastica iniziativa ottiene un ampio risalto mediatico in tutto il Paese, attirando sia nuove iscrizioni, sia una moltitudine di premi.
Proprio laggiù, dove arte e formazione didattica incontrano i confini del mondo.
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