“Non c’è giorno della mia vita che io non associ a un libro”
Cinzia Giorgio, classe ’75, è autrice e docente, laureata in Lettere Moderne alla Federico II di Napoli, poi in Lingue Orientali e specializzata in Women’s Studies. Insegna storia delle Donne e Storia dell’Arte presso l’Uni.Spe.D. di Roma, ed è dottoressa di ricerca in Letterature Comparate, all’Università degli Studi Roma 3.
Nel 2002 ha vinto una borsa di studio con la Fondazione Bellonci di Roma, che è organizzatrice del famoso Premio Strega. Nel 2007 è stata ospite a Niente di personale, su LA7 e ha presentato il suo romanzo Sotto il fiume. Per poi tornare ospite della prestigiosa emittente con I custodi dell’Acqua e Incognito.
Ha pubblicato molti saggi e articoli con grandi testate italiane, statunitensi e francesi e scritto sceneggiature di fotoromanzi e teatrali, cooperando inoltre con l’ufficio stampa del Consiglio Regionale di Basilicata.
Scrive recensioni per Sherlock Magazine e Pink Magazine, collaborando anche con il sito Velut Luna Press. Nel 2011 è stata tra i finalisti del Premio Tedeschi con il suo giallo L’enigma Botticelli. La sua produzione artistica vanta nel 2013 della monografia dedicata a Jane Austen: Orgoglio senza Pregiudizio. Le ragazze di Jane Austen, e, nel luglio 2014, Prime catastrofiche impressioni, il primo libro della serie Le ragazze di Jane Austen.
Dallo stesso anno dirige la Scuola Romana di Scrittura, e pubblica, con Newton Compton, Storia erotica d’Italia.
Dopo il successo di Cassandra nel 2022 (Newton Compton), compare l’anno seguente in veste di critica all’interno del programma di Rai1 Milleeunlibro di Marzullo. Il suo ultimo romanzo, pubblicato sempre dalla Newton Compton, si intitola Io sono la contessa, disponibile dal 23 gennaio di quest’anno.
Attualmente dirige Pink Magazine Italia e intrattiene settimanalmente i suoi fan attraverso, Endora, un brillante podcast in cui vengono raccontate storie di libri, di scrittori e di donne che si salvano da sole attraverso la scrittura.
Ci racconti di lei, prima la donna poi la docente e scrittrice.
Sono una divoratrice di libri, che fanno da sempre parte della mia vita. Penso mi capirete, voi del Novelliere, se vi dico che non c’è giorno della mia vita che io non associ a un libro. Sono nata e cresciuta in mezzo a loro, avevamo una libreria di famiglia gestita da mio nonno e, quando mi devo “definire”, la prima cosa che mi viene in mente è quel luogo magico, con le sue storie racchiuse tra gli scaffali.
Come riesce a gestire tanti impegni tra vita accademica e le numerose pubblicazioni, quanto tempo può dedicare alla scrittura?
Per me scrivere è come respirare. Gli impegni sono tanti, è vero, perché sono iperattiva e mi piace fare tante cose, ma se non scrivo almeno due righe al giorno poi sento che mi manca l’aria. Scrivo di notte, appena mi alzo, dopo pranzo, quando e dove posso.
Molti dei suoi romanzi si ispirano alle donne. Tra loro ci sono le sue eroine o sono ideali a cui ispirarsi?
Certamente sì. Quando decido di parlare di una donna, reale o letteraria, è sempre perché mi ha colpito la sua storia e immagino che possa essere di ispirazione per chi legge. O magari possa essere, al contrario, un esempio da non mettere in pratica. L’universo femminile è così variegato e meraviglioso da lasciarmi sempre stupita (in positivo).
Pink Magazine è una testata improntata su cultura e spettacolo, è una rivista che pone al centro l’empowerment delle donne?
Sì, Pink è nato 9 anni fa dall’esigenza di mettere a disposizione delle mie studentesse una sorta di piattaforma di confronto, di scambio. Poi ci ha preso la mano. Oggi sono molto contenta del risultato, anche se sto seriamente pensando di “abdicare”, per dedicarmi al mio podcast Endora. Vedremo. Siete i primi a saperlo!
Oggi sembra che, se una donna si batte per i propri diritti e la felicità, sia invece a sfavore dei diritti degli uomini. Vogliamo chiarire questo concetto?
Oh, che bella richiesta. Diciamolo a gran voce: essere femministe non vuol dire odiare gli uomini, anzi vuol dire amarli di più, attraverso il rispetto dei nostri diritti. Quello che chiediamo è di non avere più paura ad attraversare le città di notte, di avere o, al contrario, non avere figli, senza per questo essere stigmatizzate, di poter avere uno stipendio equo, in base alle nostre competenze e di poterci inserire in ogni campo. Siamo vicine al traguardo? Non ancora, ma siamo più consapevoli.
Parliamo del podcast “Endora”. Quali temi ama affronta maggiormente?
Endora nasce per il mio smodato amore per la lettura, da tempo desideravo creare un mio podcast in cui parlare di editoria, libri e storie di donne. Ho espresso questo mio desiderio ad alcuni colleghi, che si sono prestati a essere intervistati e così è nata Endora, la strega dei libri.
Cosa vorrebbe comunicare ai suoi lettori?
La prima cosa che vorrei far trasparire è la mia totale dedizione verso i miei lettori, che amo, sono una parte importantissima della mia vita e la ragione per cui scrivo. E poi vorrei far sognare con le storie che racconto, vorrei far nascere belle connessioni.
Cosa consiglierebbe agli autori di romanzi e ai giornalisti in erba che si affacciano al panorama editoriale?
Di studiare, di prepararsi, perché senza conoscere non si va da nessuna parte. Di mettersi sempre in discussione, di non sentirsi mai arrivati e continuare sempre.
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