Cinquanta sfumature dell’artista Argentina Marta Cecilia Quintana

Editoriale

Agosto 5, 2024

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“L’arte è parte di me, può sembrare banale, ma è come il cibo, senza non vive”

Marta Cecilia Quintana è un’artista nata nell’agosto del ’68 a Buenos Aires in Argentina, durante la dittatura militare. In quel clima complesso, permeato da un autoritarismo simile a quello fascista, non ha mai smesso di sognare e ha scoperto la sua grande passione. I suoi nonni e bisnonni erano degli artisti: chi ballerini, cantanti o pittori. Ha ereditato tutti questi talenti facendone una ragione di vita e il suo mestiere è per lei un’autentica linfa vitale.

Vive a Nocera Inferiore con suo marito e i figli e gestisce un laboratorio artistico dove insegna ad alcuni allievi. Ha organizzato diversi eventi artistici e partecipa a numerose mostre. È una donna piena di vita e di passioni, sempre attenta ad aiutare il prossimo.

Come ha scoperto la sua passione?

Da piccolissima ho “rovinato” la casa dei miei, scarabocchiando i muri, i tavoli e anche il divano di pelle bianca. Mia madre cercò una soluzione, visto che a quei tempi non c’erano ludoteche per bambini: un ceramista che accettò di istruirmi nel suo laboratorio. Ha attenuato l’impulso di imbrattare casa. Ho una sorella più giovane di me di cinque anni e quando avevo 10 anni i miei decisero di comprarci dei letti a castello. Una volta salita sul letto di sopra ho dipinto per l’ultima volta il muro, stavolta con l’approvazione dei miei. Realizzai un murales con alberi e uccelli nei nidi. Tornando alla ceramica, all’epoca quasi tutti gli adulti fumavano e io creai posaceneri per i parenti, ma per il mio nonno preferito, Jorge Martin Quintana, creai la balena Moby Dick in blu cobalto.

Lui fu orgoglioso e si vantò con i miei cugini del mio talento. Era fiero anche perché suo padre dipingeva. La mia bisnonna era nell’ultimo mese di gravidanza quando suo marito scomparve prematuramente. I racconti del nonno sulla nostra famiglia mi spinsero a non lasciare più l’arte.

Quando ha capito che le arti visive erano la sua strada?

Amo tutte le arti e sono poliedrica, nel senso che non mi occupo solo di pittura, creo anche opere in ceramica e poi oltre le arti visive, ho altre passioni: il canto e soprattutto il tango.

Ha organizzato delle mostre d’arte con le sue opere?

Sì, ho preso parte oppure organizzato diversi eventi negli ultimi anni. I più recenti al Museo Diocesano di Salerno nel 2022. Poi alla Galleria Faber Artis durata tutto il 2023. Ho stretto collaborazioni artistiche con Michelangelo Orza Arte Gallery (2024). Cito la partecipazione alle prime 3 edizioni di “Lenzuola D’Arte”, a Eboli, da Giugno fino a Settembre 2024. Ho partecipato anche alla Mostra al Museo Archeologico di Eboli nel 2022-23. Precedentemente ho organizzato diversi eventi artistici a Nocera, in collaborazione con artisti locali, includendo anche performance di danza moderna.

Sta lavorando a qualche progetto di recente?

Lavoro sempre, non smetto mai di farlo perché l’arte è parte di me, può sembrare banale, ma è come il cibo, senza non si vive.

Insegna arte?

Mi occupo principalmente di dipingere opere originali, ma sì, insegno anche disegno, pittura e spagnolo. In questo periodo mi sono dedicata molto al progetto di canto e danza tradizionale argentina, da poco avviato, proponendo musica e milonga in locali per vari eventi e serate.

I suoi prossimi progetti?

Non amo progettare alla lunga, vivo il presente e accetto le commissioni senza cercare. Poi certamente, decido cosa sia più conveniente scegliere a livello artistico-lavorativo. Però mi piace correre rischi e a volte scelgo di seguire il mio intuito.

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