“L’amore azzera le distanze”
Ventisei anni di talento. E di bellezza. Portati con una tale e naturale timidezza da rendere vano qualsiasi tentativo di nascondimento. Romana Maggiora Vergano arriva nel pomeriggio a #Giffoni54. Ha capelli raccolti di colore bruno e una mise dal fascino orientale che miscela pantoni accesi su tessuto bianco.
Nella Sala Truffaut della Multimedia Valley settecento giurati prendono posto su comode poltrone di pelle. Uno accanto all’altro. Indossano le magliette della ‘nazionale’ dei generator +13 e +16 – azzurre come cielo e mare – e un’espressione che brucia felicità. Il walzer numero 2 di Shostakovic, colonna sonora del Festival, si stende sopra le loro teste come un tappeto di note.
“Sono felice di essere qui. C’è un’energia travolgente” esordisce l’attrice romana resa celebre dal ruolo di Marcella nel pluripremiato film C’è ancora domani di Paola Cortellesi.
“Questo festival è necessario. Te ne rendi conto subito. Un’esperienza unica”. I giffoner ringraziano con un applauso che fatica a rientrare. Tra palco e platea la distanza non esiste. E’ la realtà. Giffoni lo sa bene. Con la sua cinquantaquattresima edizione si è infatti impegnato a svelare il meraviglioso inganno di questa illusione.
“La distanza può essere davvero solo una grande illusione. La distanza dalle cose, dalle persone, dai propri sogni. Tutto è più vicino di quanto immaginiamo” concorda Romana Maggiora Vergano, che nel farlo confida di essere una donna “molto, ma molto riflessiva”. I giurati del festival sono pieni di curiosità. La coda delle domande è lunga come quella del miglior abito da sposa. Il matrimonio tra la giovane attrice e la giovanissima sala non s’ha da fare perché è già fatto.
“L’amore che proviamo per le persone a noi care e per i sogni che ci portiamo dentro da bambini” ribadisce “azzerano le distanze. Dobbiamo imparare a stringere questa consapevolezza rinsaldando la presa ogni giorno”. Romana Maggiora Vergano risponde con sincerità. Anche lei è piena di speranza nel futuro. Nei suoi occhi, di una intensità bruna e profonda, c’è una scintilla.
“Il film di Paola Cortellesi ha acceso una luce su un argomento di cui non si parla mai abbastanza” sottolinea. “Gli abusi fisici e la violenza psicologica sulle donne, quest’ultima molto più subdola, non devono mai restare nell’ombra. Sono fiera di averne fatto parte”. Il tema della violenza sulle donne viene più volte sollecitato.
A gran voce. “La cosa più importante” sostiene l’attrice capitolina “è creare una rete di persone a cui poter dire tutto e su cui poter sempre contare. Una rete di sicurezza”. Romana Maggiora Vergano sceglie di affidarsi al cuore per chiudere il cerchio del suo pensiero: “Ogni piccola rivoluzione giornaliera ha il potere di cambiare il mondo. Tutti noi siamo chiamati a incarnare questo potere per realizzare il cambiamento”. Si cambia argomento. Tocca alla produzione americana ‘Cabrini’, girata tra New York e Buffalo.
“È stato il mio primo progetto internazionale. Sentivo forte la pressione di dover dimostrare di essere all’altezza. Fortunatamente sul set mi hanno fatto sentire serena, coccolata e tutto è andato per il verso giusto”. Da una pellicola tutta hollywoodiana a un’altra di sangue misto: Those about to die.
“Cast statunitense e maestranze italiane, ambientata nella nostra nazione. Una miscela eccezionale. Ho imparato tanto. È stata una esperienza professionale incredibile”. L’attrice romana incanta e convince. Riceve il premio ‘Explosive Talent Award’ e una pioggia di flash. Dalle prime file una ragazza si alza stringendo tra le mani un disegno. “L’ho fatto per te”. “Ti ringrazio tanto! Ringrazio tutti per avermi accolto con così tanto affetto. È ricambiato profondamente”. Fine dell’incontro. E della storia. Non di quella d’amore tra Romana Maggiora Vergano e Giffoni.
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