Chiude il sipario sulla quinta edizione di Narni Città Teatro

Editoriale

Giugno 17, 2024

Da Vecchioni a Zappalà, da Gemitaiz a Buzzati: la creatura di Sacco e Montanari fa boom di partecipazioni

Si è conclusa ieri Narni Città Teatro, un appuntamento attesissimo, che ha trascinato tutti all’interno di una fiabesca culla di sogni sospesi. Tre giorni ricchi di eventi, performance, mostre, concerti, laboratori e presentazioni: un successo che porta la firma della direzione artistica di Davide Sacco e Francesco Montanari, affiancati dall’infaticabile Ilaria Ceci.
Venerdì, nella Sala Consiliare, la magia di Ivan Vyrypaev, autore russo di Estratto di Illusioni, è stata svelata e raccontata al pubblico dall’incantevole attore Vinicio Marchioni, con l’integrazione della traduzione nel linguaggio dei segni. Un preludio di parole ha aperto il sipario su una delle attrazioni più attese di questa quinta edizione: “Saurus”, una parata di dinosauri che si credevano estinti e che invece hanno invaso Narni con le loro altezze mozzafiato. Giganti di oltre 5 metri, portati in vita dalla straordinaria Close-Act Theatre Company (Bruxelles), hanno percorso Piazza dei Priori, scrutando i vicoli e i balconi cittadini, trasportando il pubblico in un’era preistorica. Uno spettacolo imperdibile, ripetuto anche sabato, che ha incantato grandi e piccini. A Palazzo Eroli, il percorso di un’immaginaria barchetta di carta con “Sogni Sorpresi”, ideato da Mauro Maurizio Palumbo e che ha visto in scena Amedeo Carlo Capitanelli, Elisa Gabrielli, Sabrina Santoro e Mauro Maurizio Palumbo, ha fatto sognare tutti, mentre in piazza i tamburi hanno battuto il ritmo frenetico e appassionato del Jungle Show.

L’emozione della danza è esplosa al Teatro Manini con lo spettacolo “Oratorio per Eva”, coreografato da Roberto Zappalà e danzato dalla pluripremiata Maud de la Purification. La serata è continuata con un triplice appuntamento che ha lasciato il pubblico senza fiato: sul Teatrino Viaggiante, le melodie di De Sica e Fellini hanno preso vita nel concerto “Cinematografo”, con Javier Girotto, Paolo Di Sabatino e Davide Cavuti; in Sala Consiliare, Franca Abategiovanni ha affascinato con “Teresa Zum Zum”, diretta da Nadia Baldi; a Sant’Agostino, “Amen” di Massimo Recalcati, scritto durante la pandemia, è stato una rivelazione, con la regia di Valter Malosti e le interpretazioni intense di Marco Foschi, Federica Fracassi e Danilo Nigrelli. “Amen è un grumo che si è creato dentro e poi si è sciolto, lasciando un’energia, una voglia di vivere che ci ha liberato”.

Sabato 15 giugno, l’arte è tornata protagonista con la replica di “Saurus”, spostandosi poi all’interno dell’atrio del Caffé Letterario per il Performative Speech di Roberto Zappalà “Studio sul Fauno”. Al Teatro Manini, l’emozione ha continuato a pulsare con la compagnia di “Pinocchio”, diretta da Davide Iodice, seguita dalla danza ipnotica di “Frock” della Stop Gap Company. In Piazza dei Priori il pubblico ha potuto scatenarsi con l’energia dei Black Blues Brothers, mentre sulla terrazza antistante alla Casa del Popolo, Loredana Parrella ha trasportato gli spettatori nel suo Sogno, ispirato al capolavoro di Shakespeare.

La serata si è conclusa in bellezza con due appuntamenti imperdibili: Paolo Valerio ha incantato con “Poema a Fumetti” di Dino Buzzati, tradotto anche nel linguaggio dei segni, mentre a Sant’Agostino, la Piccola Compagnia della Magnolia ha solcato i mari della letteratura con il poetico “Hotel Borges”.

Domenica 16 giugno è iniziata, come di consueto, all’alba, con Roberto Vecchioni e la sua toccante riflessione su sogni e futuro. In mattinata, la Piazza è stata animata dall’entusiasmo di “Sleeping Beauty” della Compagnia Cornelia, mentre nel pomeriggio, Francesco Montanari ha intervistato l’amato rapper Gemitaiz, trasportandoci poi nel “Viaggio dell’Eroe” accompagnato da musica dal vivo. Per concludere, il duo Ebbanesis ha incantato con il loro Bek Steig, mentre a Sant’Agostino, Tindaro Granata ha chiuso il Festival con il commovente “Vorrei una voce”, interpretando le canzoni di Mina. Scritto e interpretato da Tindaro Granata, “Vorrei una voce” è uno spettacolo in forma di monologo che fonda la sua drammaturgia dall’incontro dell’attore e autore siciliano con le detenute di alta sicurezza del teatro Piccolo Shakespeare all’interno della Casa Circondariale di Messina che, attraverso alcune canzoni di Mina, raccontano il proprio mondo.
Il cuore della drammaturgia è il sogno: perdere la capacità di sognare equivale a lasciar morire una parte di sé e “Vorrei una voce”  è pertanto dedicato a chi ha perso la capacità di farlo.
Granata offre voce e corpo a un progetto drammaturgico totalmente inedito, che narra quello che lo stesso suo autore e protagonista ha definito  “un incontro di anime avvenuto in un luogo molto particolare”.

Quest’anno, Narni Città Teatro ha battezzato la nascita di Impresa Fest, promosso da Confapi Terni, Giovani Imprenditori Confapi Terni e ConfapiD Terni, una manifestazione che ha messo in luce le connessioni tra imprenditoria e cultura, ampliando l’offerta del Festival con panel e una mostra in collaborazione con l’Associazione Archivio Storico Olivetti.

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