Una vita dedicata alla musica, una mondo di parole e riflessioni
Luigi De Angelis è un giovane nato a Sarno nel 1994 e cresciuto a S. Egidio del Monte Albino (SA). Ha amato il pianoforte fin da bambino e dopo il diploma al conservatorio si è dedicato completamente alla musica. Oltre a essere un maestro di pianoforte si è sfidato cantando brani di sua creazione. Luigi è una personalità eclettica e spirituale, ama la vita, l’arte e la filosofia. È una persona socievole e umile, che ricerca l’ispirazione del momento. Si è riscoperto un maestro delle note e delle parole che descrivono puri stati d’animo.
Chi è Luigi De Angelis in arte Sami? Quali sono stati i suoi percorsi in ambito personale e artistico?
Luigi è quella parte di me legata alla personalità, alla mia terra e ai legami. Sami è la parte di me che sperimenta la terra libera dai confini e legami: è la parte più ispirata che usa l’arte come strumento. Terminati gli studi di pianoforte classico al conservatorio, ho sperimentato l’insegnamento e trovo che sia una strada stimolante da affiancare alle proposte artistiche.
Da quanto tempo suona lo strumento e come ha capito che sarebbe stata la sua vocazione?
Ho iniziato ad approcciarmi al pianoforte all’età di 6 anni e successivamente, tra studi accademici e ricerche creative non l’ho più abbandonato. Già sul finire del conservatorio si era delineata in me l’idea di una carriera artistica, che divido in musica per spettacoli teatrali e in arte di strada. La cosa più importante è la scrittura e la performance delle canzoni. Ho deciso di seguire tale direzione in futuro.
Quando ha iniziato a comporre le sue canzoni? Quante ne ha scritte?
Ho composto molte canzoni in adolescenza, poi le ho dimenticate. A 25 anni ritrovai la cartella che le conteneva in un angolo polveroso dell’armadio; riscoprirle fu un’emozione. Così decisi di ricominciare a scrivere e non mi sono più fermato. Ad oggi tra il vecchio e il nuovo periodo ho accumulato circa 60 canzoni e ho centinaia di idee sparse che magari riprenderò più in là.
Parliamo degli eventi pregressi, ha già avuto modo di scrivere brani che hanno accompagnato spettacoli teatrali o altro?
La musica per il teatro è stata una fase durata pochi anni, in cui ho composto le musiche di un adattamento di Ninfa Plebea di Domenico Rea e in seguito ho lavorato a vari spettacoli di poesia musicata, sui brani di autori napoletani, come Aniello Califano. Per ora ho sospeso il legame con il teatro, preferisco riporre le mie energie sulle canzoni, ma lascio le porte sempre aperte verso il futuro.
Riguardo l’evento del 24 maggio, com’è nata l’idea e quali erano le aspettative?
L’idea per lo spettacolo-concerto del 24 Maggio è nata a dicembre, dopo un forte periodo d’ispirazione che mi ha portato a scrivere varie canzoni. Ho deciso di mettere insieme materiale del passato e più recente, collegando tutto attraverso una linea narrativa che fa compiere un viaggio nell’essere umano. Dalle energie del corpo e della terra fino alla percezione più alta sui sistemi viventi, sul nostro pianeta, sulla nostra specie e sul cosmo. Come fosse una visione, da qui il titolo dell’evento: Visione Concert.
Nuovi progetti in cantiere?
L’obiettivo segreto del Visione Concert era quello di registrarlo, così da averlo nel mio portfolio artistico. L’idea per il prossimo futuro è quella di proporlo in giro, in vari contesti, per diffondere il più possibile le canzoni e poterle interpretare personalmente, nella magia dei live, in una dimensione che mi ha regalato profonde sorgenti d’ispirazione.
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