Marco Proietti & Daniele Cartocci: un duo vincente

Dalla community al premio ACT OF LOUD: un’amicizia nata nel segno dell’arte

Lo scorso 24 marzo 2024, allo Snodo Mandrione di Roma, c’è stato un evento a dir poco rivoluzionario nel mondo del cinema: il primo incontro dal vivo organizzato dalla Community di “Recitazione Cinematografica”,  che sta prendendo sempre più piede su WhatsApp, permettendo connessioni tra attori, registi, casting director, sceneggiatori, make-up artist, fotografi ed aspiranti lavoratori dello spettacolo di tutta Italia.

L’idea, nata dal regista Alfonso Bergamo, è quella di “cambiare le cose nel sistema”: la prima serata organizzata dal vivo, il Concorso “ACT OUT LOUD” (che sarà replicato in estate) è stato già un primo passo per poterlo fare.

Tra esibizioni ed intrattenimento, c’è stata una “Tavola Rotonda” dove il founder Bergamo si è confrontato (davanti a una platea di quasi 400 persone) con altri “addetti ai lavori”, tra cui la sceneggiatrice Paola Mammini (“Perfetti Sconosciuti”), la casting director Florinda Martucciello (“Gomorra”) e diversi registi e produttori per affrontare le difficoltà del mondo del cinema e dare qualche consiglio ai tanti aspiranti attori presenti, che hanno avuto anche la possibilità di mettere in mostra il proprio talento.

Il primo premio, consistente in un contratto come protagonisti del prossimo cortometraggio di Alfonso Bergamo, è stato vinto da due attori molto promettenti: Daniele Cartocci, 28 anni, laureato in Economia e Finanza, e Marco Proietti, 48 anni, che ha ottenuto un’ulteriore menzione speciale per l’esibizione di gruppo fuori concorso “Perfetti Sconosciuti”.

Entrambi, meglio potranno raccontare… e raccontarsi.

Qual è stata la vostra più grande fonte di ispirazione nel mondo della recitazione?

D.C. Ho sempre avuto una grande passione per il cinema fin da bambino. Il film che per primo mi ha colpito è stato “La nostra vita” di Daniele Luchetti. Il protagonista di quel film è Elio Germano, che per me rimane la più grande fonte di ispirazione per la naturalezza che trasmette. Il secondo film che mi ha avvicinato al mondo della recitazione è “Lo chiamavano Jeeg Robot” dove mi sono follemente innamorato di Luca Marinelli. La “botta” finale me l’ha data “Non essere cattivo”, uno dei miei film preferiti, dove Marinelli e Borghi mi hanno emozionato tantissimo.

M.P. Sicuramente Totò: con il suo genio è riuscito a fare breccia nel cuore della gente, nonostante fosse snobbato dalla critica. Mi faceva ridere fin da piccolo e, tuttora, mi regala momenti di grande spensieratezza. Perché regalare un sorriso alle persone equivale a regalare un grande dono. Per questo motivo, ho sempre avuto rispetto e passione per una comicità mai volgare. Difatti, nel mio lavoro in teatro, su circa 80 spettacoli, 76 erano commedie. Successivamente, ho scoperto e amato anche interpretare ruoli drammatici.

Come avete gestito il passaggio da percorsi di studio e lavoro totalmente diversi alla realizzazione del vostro sogno di recitare?

D.C. Diciamo che non è stato un passaggio definitivo, nel senso che io mi sono laureato in Economia e Finanza nel 2019 e ho subito iniziato a lavorare in una società di consulenza. Studio recitazione ogni weekend, quando invece potrei riposare dopo una settimana di lavoro! Ma credo che il tempo lo si trova sempre per le cose che ci fanno stare bene. Allo stesso tempo, il fatto di lavorare in una società di consulenza mi tiene con i piedi ben saldi a terra.

M.P. Ho sempre recitato fin dalle elementari. Il mio maestro infatti mi consigliò di fare teatro perché vedeva che durante le interrogazioni amavo improvvisare e aggiungere un qualcosa di mio. Ancora non posso usare il termine “realizzazione”: penso che essere un attore professionista significhi vivere di questo lavoro, non è facile oggigiorno… Tuttavia, ho tanto entusiasmo e credo molto in me.

Qual è stato il momento più gratificante della vostra carriera finora?

D.C. Il momento più gratificante è stato vedere la prima al cinema del film “Accattaroma”, in cui sono uno dei protagonisti. Il film è stato presentato al Festival del Cinema di Roma ad ottobre del 2023 e uscirà nelle sale dal 9 maggio. Vedere quel film con altre persone in sala per la prima volta è stata un’ emozione unica. Non finirò mai di ringraziare Massimiliano Cardia, il produttore del film, e Daniele Costantini, il regista, che hanno creduto in me per questo progetto fantastico.

M.P. Per me, lo è ogni volta che mi esibisco e mio figlio mi abbraccia e mi sorride, ogni qualvolta il pubblico applaude. Ma, se proprio dovessi sceglierne uno, direi l’ evento del 24 marzo al concorso “ACT OUT LOUD”, dove io e Daniele, un immenso attore nonché mio amico, abbiamo vinto il primo premio. Che ci permetterà di tornare insieme su un set per un nuovo cortometraggio. Non vedo l’ ora!

Che consiglio dareste a chiunque stia cercando di perseguire una carriera nella recitazione, indipendentemente dall’età o dall’esperienza precedente?

D.C. Nonostante sia ancora molto giovane, il consiglio che sento di aver fatto mio è quello di non ascoltare nessuno. I miei genitori, inizialmente, non mi hanno incentivato nel perseguire questa carriera e ne ho sofferto. Se non avessi creduto in me, mi sarei fermato subito e sarebbe rimasto solo un sogno nel cassetto. Invece adesso, con molta fatica, sto cercando di far cambiare idea anche alla mia famiglia.

M.P. Di ascoltare il proprio cuore. All’età di 19 anni, iniziai la professione di rappresentante di commercio, sebbene avessi questo fuoco dentro. Un giorno però (avevo 42 anni), parlando con mio nonno, è scattata una scintilla: ha iniziato ad elencarmi i suoi rimpianti. In quel preciso momento, mi sono immaginato a 95 anni, a parlare con un mio ipotetico nipote. E mi sono detto: “quale sarebbe il primo rimpianto che gli direi?” In conclusione: se credete in qualcosa, insistete. Abbiamo solo questa vita a disposizione per raggiungere i nostri obiettivi.

Potreste raccontarci la vostra esperienza durante il concorso ACT OUT LOUD organizzato dalla Community di Recitazione Cinematografica e come vi ha influenzato come attori?

D.C. Prima di tutto, voglio ringraziare Alfonso Bergamo che ha avuto questa idea geniale di creare questa Community insieme a Luca Ferdinandi che mi ha accolto in questa famiglia e mi ha spiegato come funzionasse per la prima volta. Li ringrazio anche per aver dato l’opportunità di partecipare a me e a Marco al concorso. A prescindere dalla vittoria (che non mi aspettavo minimamente, per fortuna Marco era fiducioso per entrambi!) è stata una bellissima esperienza, in primis perché abbiamo dato un volto reale alle persone che prima avevamo conosciuto solo virtualmente. E poi perché si sono create vere amicizie, come quella tra me e Marco. L’evento, per essere il primo, è stato gestito in maniera eccezionale ed è stato fatto un grandissimo lavoro da parte di tutto lo staff di RC: un evento che ha permesso a 33 attori provenienti da tutta Italia di esibirsi e conoscersi. Ho visto e conosciuto belle persone e grandissimi attori e già solo questa è una vittoria.

M.P. È stata magnifica!! L’ esibizione, tratta dalla serie “Romanzo Criminale”, con Daniele è stato il picco più alto di questa mia esperienza. Lui aveva già portato per un suo selftape il ruolo del “Freddo”. Casualmente, ai tempi dell’ accademia, io avevo portato la medesima scena, ma nel ruolo del “Libanese”! L’abbiamo provata 2-3 volte in call, per poi portarla direttamente in palcoscenico. Recitare con Daniele è stato semplice ed immediato, bastava solo essere in ascolto. Mi reputo fortunato ad aver recitato con lui. Durante le nomination dei vincitori, per sdrammatizzare, dicevo a Daniele che avremmo vinto noi…lui mi guardava scettico! Sentire da Alfonso Bergamo, (che ringrazierò sempre per questa opportunità) i nostri nomi come vincitori è stata un emozione straordinaria. Ma tutti gli artisti in gara mi hanno regalato immense emozioni e insegnamenti.

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