Dal cuore dell’Abruzzo, un festival che unisce jazz e territorio
Torna a Capestrano, perla d’Abruzzo, “A Love Supreme-Capestrano Incontri Jazz”, il festival nato in omaggio a John Coltrane, rivoluzionario sassofonista, e al suo album A Love Supreme, apice del suo percorso spirituale-sonoro.
Nella suggestiva cornice dell’Abbazia di San Pietro ad Oratorium, appuntamento, dunque, a giovedì 27 giugno con Sax e Coro Barocco su composizioni di Hildegard von Bingen, con il sassofonista Dimitri Grechi Espinoza e le soprano A. Simboli, E. Bertuzzi e le allieve di canto barocco del Conservatorio Evaristo Felice Dall’Abaco di Verona. Venerdì 28 giugno alle ore 21:00 toccherà alle improvvisazioni e voce con il violista da gamba C. Dahlgren. Segue sabato, alle 18:30, con due eclettici del bandoneon: D. Di Bonaventura e C. Maver, flautista e compositore. Si chiude domenica 30 giugno, alla stessa ora, con Bach, Debussy, Ravel e improvvisazioni Jazz con il pianista J. Petrucci.
A parlarne è proprio il produttore e ideatore del festival, Nicola Capriati.
Cosa l’ha ispirata quando ha scelto di ideare un festival del jazz?
Realizzare un festival è da sempre una delle mie aspirazioni più stimolanti. Ho frequentato regolarmente per anni Umbria Jazz e i festival jazz estivi a Roma. Capestrano e San Pietro ad Oratorium, abbazia benedettina circondata da vegetazione boschiva e sentieri, a pochi passi dal fiume Tirino, hanno fatto il resto. Nel 2023 nasce il festival “A Love Supreme-Capestrano Incontri Jazz” con un singolo concerto: sax solo e riverbero naturale del sassofonista Dimitri Grechi Espinoza, direttore artistico del festival.
La realizzazione di un evento culturale è di per sé una piccola impresa. Mettere su un vero e proprio festival, per di più all’interno di un piccolo comune e che propone una musica particolarmente ricercata, appare un’autentica scommessa. Quale risposta si aspetta da Capestrano?
È stato il successo di pubblico ottenuto nella prima edizione, che ci ha incoraggiati nel continuare il percorso e avviare il lavori per una più ricca seconda edizione che, grazie alla rinnovata concessione della Direzione Musei d’Abruzzo, si terrà nuovamente in San Pietro ad Oratorium. Il festival vuole avere un respiro internazionale con fulcro su Capestrano e molti cittadini di Capestrano stanno mostrando curiosità e interesse anche per questa seconda edizione.
Quali sono state le sfide più difficili nella realizzazione del festival?
Finanziamenti, problemi organizzativi, normative che disciplinano la realizzazione di un evento con il pubblico e così via. I concerti sono ad ingresso gratuito e dunque la sfida decisiva è stata la raccolta dei fondi necessari per finanziare il festival. Siamo qui a parlare della seconda edizione del festival grazie a sponsor pubblici e privati che hanno creduto nel progetto.
Come è nata la sinergia con Espinoza, il direttore artistico?
Ho conosciuto musicalmente Dimitri Grechi Espinoza qualche anno fa, ascoltando una trasmissione radiofonica di Radio3 in cui presentava il suo progetto musicale OREB, una ricerca fra suono del sax e spazio sonoro. Nell’estate del 2022, sfogliando il programma del festival “Il jazz italiano nelle terre del sisma”, scopro che nel programma vi è anche un suo concerto. In quell’occasione gli presento la mia idea. Oggi Dimitri è il direttore artistico di “A Love Supreme-Capestrano Incontri Jazz”. Ci confrontiamo. Condividiamo le scelte musicali, gli artisti, il programma.
Il suo Festival propone una sintesi tra il complesso retaggio culturale del jazz e la forza del territorio. Se ogni sintesi richiede prima un’analisi, quanto il territorio conosce se stesso e quanto questo meraviglioso genere musicale? Inoltre, sintesi e analisi possono viaggiare in parallelo? Crede che il suo evento possa favorire un approfondimento del contesto storico-paesaggistico di Capestrano e della potenza culturale del jazz, sebbene attraverso una formula distillata ricca di commistioni?
“A Love Supreme-Capestrano Incontri Jazz” è sintesi di esperienze di vita, di conoscenze, di gusti, ma anche sintesi in particolare dell’interazione con i giovani e con il territorio. Come quella che crediamo di aver realizzato attraverso la collaborazione tra il festival e gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di L’Aquila. Gli studenti del corso di Stampa D’Arte guidati dal prof. Daniel Tummolillo, in forma di concorso didattico hanno realizzato il logo del festival e le locandine dei concerti. È stato un grande privilegio perché lavorare con giovani allievi è sempre di grande stimolo. Oppure attraverso la partecipazione di giovani talenti insieme agli affermati artisti di livello internazionale che daranno vita alla seconda edizione. Il festival vuole interagire con il territorio ed esaltare la sua storia. Al MAXXI di L’Aquila il 22 Giugno presenteremo l’evento con un excursus storico/archeologico del territorio , a cura di Andrea Di Giovanni giovane archeologa e paletnologa. Durante il festival tutti i manifesti prodotti dagli studenti del corso di Stampa D’Arte dell’ABAQ saranno esposti presso la galleria d’arte multidisciplinare “La Dama di Capestrano” con cui il festival collabora. Il contesto storico-paesaggistico dell’Abbazia di San Pietro ad Oratorium, del fiume Tirino, della natura circostante, di Capestrano saranno il suggestivo scenario di “A Love Supreme-Capestrano Incontri Jazz”.
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