Una particolare traduzione islandese
Il Dracula di Bram Stoker, uscito per la prima volta nel 1897, ha subito numerose traduzioni nel corso del tempo e si è diffuso così in tutto il mondo. La prima edizione italiana risale ai primi anni Venti del Novecento; tuttavia, la traduzione più unica che rara del romanzo si trova in Islanda.
All’inizio del Novecento, mentre la fama del capolavoro di Stoker cresceva, lo scrittore islandese Vladimar Ásmundsson decise di tradurlo. Vladimar non è un autore bensì uno studioso, estimatore ed esperto di antichi manoscritti. Il 13 gennaio 1900 esce il Makt Myrkranna, tradotto da noi come “I poteri delle Tenebre” sul giornale di cui Ásmundsson era fondatore e direttore: il Fjallkonan. Il primo episodio del Makt Myrkranna viene così accompagnato dalla prefazione di Bram Stoker.
La traduzione di Vladimar rispetto all’opera di Stoker appare fin da subito diversa. È più esigua, ma lascia maggiore spazio al viaggio di Jonathan (qui chiamato Thomas) e meno al resto delle vicende, però arricchite da nuovi episodi e personaggi.
In generale l’atmosfera del romanzo appare diversa. Ogni cosa è più seducente e oscura. Hans Corneel de Roobs nell’introduzione del libro “I poteri delle tenebre. Il manoscritto ritrovato.” dichiara che gli islandesi fossero ignari di queste differenze, anche per via della grande notorietà del libro e della vasta circolazione. Nei suoi studi, cercando di ricostruire la genesi del testo, ha cercato una connessione tra Stoker e la versione di Ásmundsson. Le idee iniziali di Stoker, presenti in alcuni suoi appunti, sembrano essere riportate all’interno di Makt Myrkranna, facendo evincere una comunicazione tra i due. L’ipotesi non viene però confutata da alcun documento, sebbene Hans C. de Roobs elenchi diverse persone che potrebbero aver messo in contatto Bram Stoker con Vladimar Ásmundsson.
La prefazione, dagli studi di De Roobs, non sembra essere un testo scritto da Vladimar, bensì tradotto da una lingua che non fosse l’islandese. Tra l’altro quest’ultima presenta un’osservazione simile a quella rilasciata dall’autore inglese in un’intervista pubblicata il primo luglio del 1897 dal British Weekly e che Vladimar non poteva conoscere. Altro elemento a validare l’ipotesi che i due autori potessero aver avuto, almeno, uno scambio di idee è emerso dall’affermazione di Ásgeir Jònsson, che fa notare come Vladimar non fosse un romanziere, pur possedendo una buona prosa.
Lo studioso italiano Simone Berni, mosso dal sospetto che in Svezia potesse nascondersi un’edizione precedente del volume “I poteri delle tenebre”, si recò a Stoccolma e Malmò per ricercare varie edizioni svedesi, non avendo però alcun risultato. Sospetto confermato però nel marzo del 2017, tuttavia, un autore, editore e letterato svedese Rickard Berghorn inviò un messaggio a De Roobs. Nel messaggio affermava di essersi imbattuto in una versione svedese del Dracula e uscito un anno prima rispetto a quella islandese.
Berghorn ipotizzò che la versione islandese non fosse che una versione ridotta di quella svedese; infatti, l’opera era persino più lunga del Dracula stesso. L’edizione svedese possedeva anche una versione più breve di 264 pagine. Comparando la lunghezza delle due opere con quella svedese si evince che la matrice dell’opera di Vladimar fosse proprio la versione più breve, modificata e condensata ulteriormente.
Il dibattito sull’implicazione di Stoker in queste traduzioni uniche è ancora aperto, essendo il traduttore svedese originale ignoto. Le teorie e gli studi in merito sono molti, ma “I poteri delle tenebre” rimane un romanzo colmo di passioni e occulto, perfetto per gli appassionati del genere.
In Italia quest’ultimo si può leggere grazie alla Carbonio Editore, che ha pubblicato il titolo nel 2019.
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