Francesco Leo: un sognatore diventato artista

Editoriale

Maggio 4, 2024

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Scrivere è muovere le idee dalla mente alla carta e sogno di tradurre i miei libri in film

Francesco Leo nasce nel 1992. Scrittore, regista, ma ancora prima sognatore – caratteristica che possiede sin da bambino e che lo porta ad interessarsi ad ogni forma artistica come la letteratura e il cinema, spaziando tra i diversi generi come il fantasy o il thriller – oggi è editor, soggettista per cortometraggi amatoriali e gestisce On Writing, canale Youtube a tema scrittura.

Esordisce con la trilogia fantasy Il Ciclo della Rinascita (Paguro Edizioni), che ha ricevuto premi nazionali e internazionali: un progetto editoriale tradotto all’estero in inglese e francese col contributo del Ministero dei Beni e le Attività Culturali. Dalla saga è tratta una colonna sonora raccolta in tre dischi a opera della compagnia musicale Age of Chronicles. Successivamente ha pubblicato Reset (Collana Tulipani Edizioni), romanzo breve dalle sfumature thriller e dark fantasy, e Cinque Anime, volume con cui lo scrittore si cimenta nel genere thriller/drammatico, edito da Altrimedia Edizioni.

Il 2024 è l’anno del suo esordio nel mondo cinematografico, con un mediometraggio dal titolo “Ali di Lucciola”, attraverso cui racconta le dinamiche sociali e inclusive tra i giovani e trattare la tematica dell’elaborazione del lutto.

 Che significato ha, per lei, la scrittura?

Per me scrivere significa muovere le idee dalla mente alla carta, dando loro forma affinché possa esternare ciò che voglio raccontare. Per me e per gli altri. In principio ho iniziato a scrivere per stare meglio, ero un adolescente molto insicuro e che attraverso l’arte riusciva a darsi più valore. Poi è arrivata una consapevolezza diversa, la volontà di portare parte di me agli altri attraverso messaggi da raccontare e prospettive da visualizzare. Alla base della lettura c’è l’intrattenimento, ma quello che lascia una buona storia è una morale: è tutto ciò che davvero si ricorderà, un giorno.

Come ha capito che l’appassionava anche il ruolo di regista?

In realtà mentre sperimentavo la scrittura iniziavo anche ad approcciare il mondo filmico, sempre da bambino. È qualcosa che mi ha sempre affascinato, ricordo che scrivevo delle storie che poi facevo recitare ai miei compagni di scuola, mentre giravo con la camera di mio padre. Si tratta di linguaggi diversi, ma che hanno entrambi la creazione e il racconto alla base.

Quali emozioni prova nel dare vita ai suoi romanzi attraverso film o cortometraggi di cui cura la regia?

Per i lavori brevi che ho trattato in ambito registico mi sono sempre rifatto a dei racconti inediti scritti appositamente in funzione di una trasposizione. Molte volte devo stare attento a non ideare qualcosa di non realizzabile a schermo, per cui i vincoli a cui attenersi sono ancora molti. Conto pian piano di spingermi più avanti per, chissà, riuscire a portare davvero a schermo anche i miei romanzi.

Nei suoi libri, e cosi anche nei suoi film, si cimenta in numerosi generi come fantasy e thriller: cosa l’appassiona di questi generi e, soprattutto, come riesce a creare un legame con loro?

Nasco come autore fantasy, per quanto abbia sperimentato un po’ tutto. Ho approcciato al thriller solo qualche anno fa, per me è stato mettersi in gioco come artista seguendo un genere che comunque riesce a coinvolgermi. Ogni storia è a sè, non trovo necessariamente dei legami. Credo che ogni trama sappia dare i propri punti di vista, insegnamenti e coinvolgimenti. Tutte note diverse che rendono unica ogni produzione. Per quanto riguarda cosa mi appassiona di questi generi, invece, be’, la possibilità di creare universi senza vincoli imposti dalla realtà per quanto concerne il fantasy. L’introspezione, l’adrenalina e la suspense per il thriller che, per quanto siano elementi affini anche a tante altre tipologie di racconto, in questo genere li troviamo come elementi protagonisti.

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