Focus
“Il mio sogno è disegnare, un giorno, qualcosa che abbia una linea, che sia una successione di punti, e con questa linea, raccontare tutto”.
Il documentario del francese Thierry Thomas parte da questo assunto per tracciare la linea, affatto retta e regolare, della vita di Hugo Pratt che si intreccia con quella della sua creazione più famosa, Corto Maltese, così intimamente che nell’immaginario collettivo si finisce per identificarli l’uno con l’altro. Anche Corto aveva una linea, quella della fortuna, da lui stesso solcata sulla mano sinistra quando una zingara gliene segnalò l’assenza. Anche Hugo Pratt traccia la sua di linea della fortuna, volendo fortissimamente fare il disegnatore e solo quello.
Corto incarna la sua utopia anarchica, la sua isola del tesoro, la sua realizzazione.
Come per ogni artista c’è un momento, che segnò lo spartiacque tra il normale e il sublime. “Fu un’insolazione, persi la memoria per mesi…, poi mi risvegliai…”. Come Corto Maltese che spesso vive n dimensioni oniriche così Hugo Pratt immagina possa essere la vita: “senza tempo e fuori dal tempo”.
Muore nel 1995, a Losanna in una villa sul lago, dove si era ritirato, dopo aver lasciato dietro di se, 4 figli e un numero imprecisato di amanti.
I puntini hanno smesso di formare una linea.
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