Un tuffo negli anni Ottanta, attraverso un incubo a occhi aperti
È nel quotidiano del passato che trovano spazio turbamenti ed epifanie. Accade nel graphic novel di Luigi Mascolo, “Quel che sono stato l’ho sognato” edito per Youcanprint (esce in questi giorni il secondo volume della trilogia). Un uomo dall’umore devastato (molto vicino a quello di William “Bill” Foster, il personaggio di “Un giorno di ordinaria follia”) sfreccia tra le curve della Costiera amalfitana e si tuffa nelle acque gelide di un incubo. Visitato da fantasmi, ricordi, sensi di colpa, il protagonista si immerge nei territori di un mondo allucinato, a metà tra Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll e lo Scrooge de Il canto di Natale di Charles Dickens: un albo illustrato, che è anche un fumetto dai tratti oscuri e iperrealisti. «Il progetto nasce un po’ casualmente – spiega Luigi Mascolo, fumettista, disegnatore, grafico aziendale – Volevo realizzare qualcosa per postarlo sui social, ogni disegno sarebbe stato accompagnato da poche righe. Ma è venuta fuori una trama unica». Tutto ha inizio nel 2021. Le piattaforme social sono diventate una vetrina appetitosa per gli artisti, all’indomani del covid che ha costretto il mondo a stare in casa. «All’epoca ero grafico in un’azienda di packaging e stavo tralasciando il disegno artistico – specifica Mascolo, originario dell’Agro nocerino sarnese, terra dal cuore ribollente tra Napoletano e Salernitano – Devo ringraziare anche quest’opera se poi ho rivoluzionato la mia vita». Luigi molla il lavoro di dipendente e prende una strada diversa, per fare quello che adora da sempre: disegnare. «Dunque il progetto nasce dal desiderio di essere qualcosa di diverso. La valvola di sfogo si è tramutata in mestiere, nel mio vero essere». Tante le ispirazioni, dai film di Polański a quelli di Kubrick e Lynch. L’idea parte dalla pellicola del cineasta polacco, “What?” (Che?, in italiano) datata 1972. «Tutto quello che creo è un mix di film, fumetti, videogiochi, musiche che consumo da sempre – conferma il disegnatore campano – In particolare “Quel che sono stato l’ho sognato” è il racconto di un’epoca, quella degli anni Ottanta. In fondo sono un figlio di quel periodo storico e il mio protagonista affronta il viaggio dentro il passato della sua adolescenza e infanzia. Gli anni Ottanta sono il coronamento dei Sessanta e Settanta. Erano una sorta di limbo, dove tutto si credeva fosse magico». 92 pagine in bianco e nero e a colori, tavole a fumetti con splash page da spezzare il fiato che accompagnano le illustrazioni, il graphic di Mascolo è un ibrido dal sapore thriller. La svolta della storia si ha nel secondo volume appena uscito, un crimine nell’aria, sangue dimenticato. Chi è Filippo? Perché va alla ricerca di un bianconiglio che potrebbe riservargli orride sorprese? Il tratto dei personaggi è limpido, i chiaroscuri un dono per la mente, la trama surreale di particolare getto poetico. «Ho sempre disegnato. Anche sui banchi di scuola. Il fumetto è il mio compagno più fedele. Penso sia uno strumento potentissimo, ti fa conoscere il mondo. Quando ho letto i primi “Mister No”, ho conosciuto l’Amazzonia grazie a Guido Nolitta alias Sergio Bonelli. Il fumetto ti trasporta nel tempo e nello spazio. Luigi Siniscalchi, Gigi Simeoni, Luca Rossi, i disegnatori di Dylan Dog e i Diabolik, e poi Tex Willer, Dampyr. Tutti mi hanno insegnato qualcosa e il mio graphic lo dedico a chi ama sognare, a chi vuole mettersi in discussione nella propria vita, ma in generale a chi ama leggere».
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