Il Cerchio D'oro-Pangea e le tre lune
Altra formazione nata negli anni Settanta sono Il Cerchio D’oro, che sfornano un lavoro di progressive rock classico che chiude una tetralogia sui quattro elementi, acqua, fuoco, aria ed ora terra, Pangea, che induce ad un inevitabile paragone con il capolavoro delle Orme, Felona e Sorona. Mentre nel concept della band veneta si parlava dello scontro tra due pianeti sconosciuti, in questo caso si racconta di tre lune che ruotano attorno alla terra, diverse anche in senso morfologico. La formazione immagina un conflitto tra questi satelliti, una guerra che darà vita alla distruzione dei primi due che, precipitano sulla terra dando vita agli altri continenti. Alla luna superstite non resta che assumere in sé tutti quanti gli aspetti e le caratteristiche delle consorelle, cambiando così ogni volta dimensione e colore. Il gruppo messo in piedi dai fratelli Gino e Giuseppe Terribile, rispettivamente batteria, basso e voci, riesce ad coinvolgere con grandi melodie, tastiere onnipresenti, immaginifiche parti di violino ed improvvise fughe strumentali che non possono che rimandare alla band di Pagliuca ma anche a connazionali come Quella Vecchia Locanda, Pfm e New Trolls. La title track, pur se impreziosita da splendidi fraseggi musicali, assume, specie nella parte iniziale, l’aspetto di forma-canzone, adatta per introdurci alla storia che viene raccontata. Alla Deriva mette in risalto l’aspetto strumentale, con passaggi che ci riportano alla grandezza degli anni ‘70, mentre con Le Tre Lune entriamo nel territorio di una song recitata che esplode in un solo di chitarra struggente, ammantato da un hammond lisergico che ci conduce a dei cori policromi che chiudono alla grande un’altra canzone simbolo del disco. Da segnalare, infine, E La vita iniziò, composizione dal taglio hard rock con un piccolo omaggio alla celebre Smoke On The Water dei Deep Purple. Da sottolineare anche la presenza di guest del calibro di Ricky Belloni (Nuova Idea, New Troll), Donald Lax ( Quella Vecchia Locanda), Tolo Marton (Le Orme) e la copertina disegnata dal noto Armando Mancini.
Era grande piacere registrare violino per questa music bellissima.
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